Categorie: Politica scolastica

I 600 universitari insistono: cosa facciamo per migliorare l’italiano degli studenti?

Si riapre la questione delle competenze lingusitiche degli studenti italiani: nessuna risposta dal Governo, ma 600 universitari chiedono interventi risolutivi.

I 600 docenti che nei mesi scorsi avevano denunciato pubblicamente il calo di competenze degli studenti italiani in ambito linguistico tornano alla carica e annunciano la convocazione di una conferenza stampa per il  Sabato 27 maggio, ore 10.30, presso il liceo classico Tasso di Roma.

Il Gruppo di Firenze, che si era fatto promotore dell’appello protesta lamentando il fatto che a distanza di tre mesi dall’appello nessuna risposta è arrivata dai vertici del Ministero: “Noi difendiamo l’italiano, ma il governo che fa?”

Nel corso della conferenza stampa saranno annunciate ulteriori iniziative e proposte con precisazioni circa spirito e scopi della lettera-appello.

Saranno presenti, tra gli altri, il professor Lucio Russo, ordinario di Calcolo delle probabilità all’Università Roma 2, autore del libro sulla scuola Segmenti e bastoncini , e il professor Massimo Arcangeli, ordinario di Linguistica italiana all’Università di Cagliari e direttore del Festival della Lingua italiana di Siena.

I firmatari dell’appello avevano anche individuato alcuni possibili  interventi:

  • revisione delle indicazioni nazionali che dia grande rilievo all’acquisizione delle competenze di base, fondamentali per tutti gli ambiti disciplinari
  • introduzione di verifiche  nazionali periodiche durante gli otto anni del primo ciclo: dettato ortografico, riassunto, comprensione del testo, conoscenza del lessico, analisi grammaticale e scrittura corsiva a mano
  • partecipazione di docenti delle medie e delle superiori rispettivamente alla verifica in uscita dalla primaria e all’esame di terza media, anche per stimolare su questi temi il confronto professionale tra insegnanti dei vari ordini di scuola

“Siamo convinti – scrivono i 600 docenti firmatari dell’appello – che l’introduzione di momenti di seria verifica durante l’iter scolastico sia una condizione indispensabile per l’acquisizione e il consolidamento delle competenze di base. Questi momenti costituirebbero per gli allievi un incentivo a fare del proprio meglio, mentre gli insegnanti avrebbero finalmente dei chiari obiettivi comuni a tutte le scuole a cui finalizzare una parte significativa del loro lavoro”. 

Reginaldo Palermo

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