Le ragazzine appena quindicenni, maschi anche più giovani e tra loro, girando con l’operatrice sociale, anche un bambino di circa sei anni. Di sera alcune zone della città si popolano di bambini che si offrono in cambio di soldi. Alcuni hanno la postazione fissa.
Avvicinati due ragazzi che «lavorano» abitualmente su quella strada si scopre che sono dei veri e propri operai della prostituzione: il loro turno è dalle 19.30 in poi.
Quei bambini sul marciapiede non ci finiscono da soli, ma vengono spinti dalle famiglie, quelle stesse famiglie che dovrebbero proteggerli da questo genere di oscenità, dice il Corriere e invece i bambini vengono venduti, o usati dalle famiglie per fare soldi. «Purtroppo è così – spiega una operatrice sociale da anni impegnata sul fronte della prostituzione e dei minori – e Napoli è diventata una meta allettante per questi traffici perché è facile ottenere documenti falsi tramite le organizzazioni criminali o anche attraverso laboratori clandestini del centro città o della zona flegrea. Inoltre i controlli sono pochissimi e c’è molta tolleranza».
E poi ci sono i cinema a luci rosse, dove il sesso si vende fin dalle nove di mattina, i marciapiedi cosparsi di fazzolettini e preservativi usati. Un consigliere della IV municipalità mostra la cruda realtà: da un lato della strada ci sono i bambini che giocano a pallone, dall’altro lato i loro coetanei si prostituiscono.
Questa vergogna è sotto gli occhi di tutti: qui ci sono le principali sedi istituzionali della città, ci sono gli uffici della Regione Campania e del Consiglio Regionale, c’è il tribunale. Solo il pensiero che intorno a questa zona si aggirano pedofili ma fa rabbrividire.
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