I bonus sull’aggiornamento e sul merito professionale non saranno cancellati. Lo ha fatto intendere, senza troppi giri di parole, il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, parlando in VII davanti alle Commissioni 7ª (Istruzione pubblica, Beni culturali) e VII (Cultura, Scienza e Istruzione) della Camera, in sede congiunta, per l’illustrazione delle Linee programmatiche del Miur.
Bussetti ha dichiarato che “l’aggiornamento continuo e la valorizzazione professionale del corpo docente diviene pilastro fondante su cui costruire un sistema educativo moderno, al passo coi tempi e aperto alle sfide globali”.
Anche il Governo M5S-Lega, quindi, sembra approvare le due modalità previste dalla Legge 107/2015.
Se però il mantenimento dei 500 euro della carta docente, dai quali nell’ultimo biennio è scaturito il cosiddetto “borsellino elettronico”, desterà in larga prevalenza dei favori, lo stesso non si può dire del bonus merito.
Questo bonus ha infatti sempre destato una certa ostilità. Inoltre, nell’ultimo anno l’allargamento della platea di beneficiari ha prodotto un’assegnazione media del “premio” che va tra i 200 e i 300 euro lordi ad insegnante. Davvero poco, considerando la mole di lavoro extra svolto, e soprattutto il fatto che si tratta di un forfait che va spalmato su almeno nove mesi di lavoro. Servirebbero, quindi, somme maggiori per incentivare il personale, mentre l’anno passato si sono addirittura ridotte.
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