È giusto inserire tra gli indicatori che premiano i dirigenti scolastici anche il numero di alunni respinti all’anno successivo? E’ corretto pensare che le scuole che non ammettono gli alunni non meritevoli siano pessime e i presidi che lo consentono non sono all’altezza della situazione?
Secondo l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna non vi sono dubbi: all’interno di un decreto, a firma del direttore generale, con numero 869 del 3 agosto 2018, viene indicato ai capi d’istituto che tra gli obiettivi da raggiungere c’è anche quello di “ridurre i tassi di insuccesso, dispersione e abbandono, con particolare riferimento agli studenti di cittadinanza non italiana”.
Ed è indicativo che il decreto dell’Usr abbia il seguente oggetto: “Piano Regionale di Valutazione dei Dirigenti Scolastici per l’a.s. 2017/2018 di cui all’allegato, parte integrante del presente provvedimento”.
La circolare è stata presa di mira dai sindacati, in particolare dalla Gilda degli insegnanti: “Nel nostro territorio – scrive il sindacato autonomo – i dirigenti scolastici, per essere valutati positivamente, devono fare in modo che i docenti non boccino gli alunni che hanno poca voglia studiare. Non è una boutade estiva, lo hanno messo nero su bianco i gestori dell’Ufficio Scolastico regionale dell’Emilia Romagna in un decreto dirigenziale emesso nei giorni scorsi”.
Il decreto USR Emilia Romagna D.D.G. 869 Del 3 Agosto 2018 su cui ha puntato il dito la Gilda degli insegnanti.
“Non bocciare gli studenti sfaticati – continua la nota della Gilda – è l’obiettivo principale, infatti è il primo nell’elenco dei “risultati” che i dirigenti scolastici devono perseguire per avere una buona valutazione”.
Secondo Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, “la mortificazione del ruolo e dell’autorevolezza del corpo docente è evidente”.
“Il fatto che abbiano emesso un provvedimento di questo genere alla chetichella, in pieno agosto, non è un caso, ecco perché – continua il rappresentante dei lavoratori – certi dirigenti tendono ad accontentare sempre di più i genitori “sindacalisti” dei figli che non rispettano il ruolo e l’autorità degli insegnanti”.
Pizzo ricorda che “il dirigente scolastico è anche presidente dello scrutinio: con questo provvedimento è in pieno conflitto di interesse”.
“A questa stortura locale va aggiunto che per legge i dirigenti delle scuole si valutano tra di loro, tanti nuclei di colleghi che valutano quelli delle altre scuole del territorio; stando a quanto riscontriamo nelle province di Parma e Piacenza, la politica dovrebbe porsi il problema circa le determinazioni dei vertici dell’Ufficio Scolastico dell’Emilia Romagna e trarne le dovute decisioni”, conclude il sindacalista della Gilda degli insegnanti.
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