I “buchi neri” più oscuri del progetto sulla “Buona Scuola” stanno emergendo giorno dopo giorno.
E commenti e post che stanno inondando le pagine dei principali gruppi attivi su FB rappresentano un segnale chiaro.
Il tema del “preside sceriffo” è ormai praticamente assente nel dibattito che si sta sviluppando in rete in questi giorni, mentre il nodo che più di altri sta incendiando gli animi è quello delle assunzioni e soprattutto delle modalità con cui esse verranno realizzate.
A leggere le pagine di FB più frequentate si ha anzi l’impressione che i timori del “popolo della scuola” siano oggi concentrati sulla questione delle assunzioni e che il tema dello strapotere (reale o presunto) dei dirigenti scolastici sia ormai considerato del tutto secondario se non addirittura poco reale.
D’altra parte la stessa Flc-Cgil (ne diamo conto in un altro articolo) sta affrontando il problema della valutazione dei docenti evidenziando che la distribuzione dei fondi destinati alla premialità verrà effettuata fuori dal tavolo contrattuale e non tanto contestando l’aumento dei poteri dei dirigenti scolastici.
Curiosamente il tema della chiamata dagli albi/ambiti territoriali è attualmente quasi assente nel dibattito che si sta svolgeno in rete.
A ben riflettere il cambio di rotta di chi protesta contro la “Buona Scuola” è solo parzialmente comprensibile perchè la natura del piano di assunzioni è ben nota da tempo ed è abbastanza strano che si sia atteso così tanto tempo per accorgersi che la sua realizzazione avrebbe potuto provocare il trasferimento coatto di tanti docenti da una regione all’altra.
Ma c’è un elemento che sta emergendo (elemento che la nostra testata aveva segnalato già più volte): il meccanismo delle assunzioni non garantisce affatto che ai precari venga assegnata una cattedra; anzi è probabile che una percentuale anche significativa di precari resti – volontariamente o meno – tagliata fuori dal piano di assunzioni. Alla Corte europea che aveva minacciato sanzioni nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto delle norme in materia di contratti a tempo determinato, il Governo potrà addirittura dire: “Abbiamo messo in piedi un grande piano di stabilizzazioni, ma molti precari non hanno voluto servirsene”.
Vedremo se a settembre la questione del “preside-sceriffo” rientrerà nel dibattito. Per quanto ci riguarda nutriamo qualche dubbio, perchè i sindacati maggiormente rappresentativi che, non dimentichiamolo hanno fra i propri iscritti anche i dirigenti scolastici, non avranno alcun interesse a “tenere alto il livello dello scontro” nelle scuole.
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