La sperimentazione era partita dall’Inghilterra, qualche anno fa, e ora a quanto sembra anche gli americani ci hanno preso affezione cosicchè la ricerca, finanziata dai Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, è stata condotta in Minnesota, Colorado e Wyoming, e ha riguardato 9.000 studenti.
Si partiva dal presupposto, pubblica la Stampa, che otto ore di sonno a notte sono il tempo raccomandato da tutti i medici, per poi vedere chi lo rispettava.
È risultato che solo il 34% dei ragazzi che devono essere in aula entro le 7,30 del mattino dorme abbastanza, contro il 66% di chi invece comincia alle 8,55. Gli effetti si vedono poi nei test e negli esami scolastici, perché chi dorme di più la mattina è più attento, sveglio, e ottiene risultati migliori.
Naturalmente la soluzione inversa sarebbe quella di andare prima a letto, e dormire comunque otto ore, ma gli impegni quotidiani, lo studio, le distrazioni elettroniche e digitali rendono sempre più difficile tenere questa disciplina e tale igiene del sonno. E comunque cominciare prima la giornata significa anche spesso stancarsi prima.
Le scuole americane stanno già prendendo nota di questi studi, cambiando le abitudini. Molte hanno iniziato a spostare l’orario di inizio delle lezioni, dando agli studenti almeno un’ora di sonno in più la mattina, e i risultati sono positivi.
Tuttavia c’è pure il rischio che gli studenti, sapendo che si entra più tardi la mattina a scuola, vadano a letto più tardi del già più tardi di prima, per cui si possa creare deliberatamente una sorta di inseguimento del tempo, una sorta di “consecutio temporum” insomma, che sposti il tempo, e le ore del sonno, sempre più avanti.
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