Noi, lavoratrici e lavoratori dell’Istituto Comprensivo “Bartolini” di Vaiano, riuniti il 28 maggio 2015 in sessione sindacale, ci sentiamo lesi, in primo luogo nella nostra dignità, dal più profondo ed insidioso attacco alla scuola pubblica mai concepito, rappresentato dal Ddl 2994 del Governo Renzi.
Questo Ddl è segnato da un approccio generale in cui emerge una scuola in cui le relazioni tra chi ci vive e lavora saranno all’insegna della competizione, della divisione, dell’individualismo e di un crescente servilismo verso il Dirigente Scolastico, che governerà una scuola-azienda con vasti poteri concentrati nella sua persona. Ciò mentre si prevedono ingenti finanziamenti alla scuola privata, si fanno entrare i privati nella scuola, che avranno così maggiore potere di condizionamento, in coerenza con la logica aziendale e gerarchica che si vuole instaurare.
Ci saranno scuole di serie A e scuole di serie B a seconda del contesto sociale in cui si trovano.
I Dirigenti scolastici sceglieranno i docenti attraverso la chiamata diretta e con il loro staff di “mentor” sceglieranno chi, una minima parte, è più “meritevole” di scatti stipendiali (in base a criteri non definiti). Ci saranno insegnanti di serie A e di serie Z e insegnanti esclusi per sempre dalla scuola, come capiterà a fette importanti di precari.
Chiediamo l’assunzione di tutti i precari che da anni lavorano nella scuola insieme ai colleghi di ruolo per tenere in vita la scuola pubblica. Il personale ATA poi non viene mai nominato in tutto il Ddl se non per dire che dovrà aggiornarsi.
Noi ci sentiamo una comunità educante ispirata alla collegialità e alla cooperazione per il bene comune, crediamo nei valori della solidarietà, del rispetto reciproco, della dignità, della libertà e con forte convinzione respingiamo al mittente tutta la riforma. Il Ddl 2994 va ritirato, non è modificabile!
Crediamo inoltre sia fondamentale iniziare tutti una riflessione sulla scuola che vogliamo a partire da questi valori, per immaginare e creare una scuola migliore, accogliente e per tutti.
Per questi motivi, forti del successo di adesioni degli scioperi fin qui proclamati, l’assemblea si pronuncia a favore anche delle proteste più radicali fino allo sciopero degli scrutini di fine anno.