Un malessere pervade la scuola:è tangibile.
Sembra che il problema riguardo alla scuola sia la ministra Fedeli, ma a pensarci bene è il Ministero all’economia, in quanto i continui tagli alle ore che problematizzano docenti, studenti e dirigenti, ci fanno capire che la scuola sia un costo e non una risorsa, anche se nelle parole la cultura e la scuola sono prioritari per lo sviluppo, quindi l’economia decide per ogni cosa. Niente di nuovo!!
La Buona scuola rende la scuola più professionalizzante e meno formativa. Questo è un dato reale. Si parla di qualità e di preparazione, ma si fanno tagli alle ore delle discipline.
Una preparazione si ottiene coi contenuti e con le competenze accertate. Non è facile. Vengono proposti i licei brevi e vengono proposti meno anni per le medie.
Ridurre, condensare le ore, come nei licei brevi, è antididattico, anticontenutistico e anticostituzionale. Le metodologie e i sistemi vogliono tempo ma i tempi sono scientifici. L’apprendimento non avviene condensando, ma diluendo perché ci sia assimilazione.
La scuola digitale non è il toccasana della scuola e l’innovazione realmente è solo una parola vuota. Se non sai che cosa cercare, cioè i contenuti, la partita è persa. I licei brevi, le scuole medie brevi sono nefandi.
Le sperimentazioni,dove sono state fatte verifiche, sono negative, In Finlandia, li ripensano e noi, invece, ancora non capiamo.
Interessante confrontarsi, ma la qualità di cui parla la Fedeli, si è andata a far benedire!
Si va sempre di più verso una scuola professionalizzante e non formativa. Questi sono i reali problemi.
La didattica vuole ricerca, i sistemi, se si vogliono applicare in classe, richiedono tempo, i contenuti devono essere garantiti.
Tutti elementi per una buona preparazione, ma la scuola sta diventando un progettificio. E’ vero, tutto è un Progetto, anche nell’insegnamento ordinario, però, il tempo si accorcia per le discipline specifiche. Questa è realtà effettuale delle cose.
Non vogliamo entrare nello specifico, ma se vogliamo parlare con onestà intellettuale delle cose, dobbiamo affrontare queste problematiche.
All’Itg, liceo classico e liceo linguistico di Ragusa la proposta di sperimentazione dei licei brevi è stata bocciata dal collegio dei docenti e questo è stato un bene, in quanto la classe docente, a maggioranza, ha capito la gravità della situazione.
Piccolo passo per affrontare le criticità della scuola, che partono da lontano e, oggi, sono solo il risultato di un percorso irto, in cui bisogna capire che i diktat dall’alto, gli slogan non possono attecchire con chi pensa e analizza la realtà.
Si deve ripartire insieme, uniti, docenti, dirigenti per riscrivere la Riforma, magari salvando quel poco di buono che c’è, ma dal basso e non dall’alto e che i diktat ministeriali vengano arginati dalla democrazia.
Credo che i sindacati di qualsiasi colore politico, uniti, si occupino proprio di questo, oltre che delle problematiche economiche, anche nella contrattazione.
Un no secco ai licei brevi. Riscriviamo la Riforma. Il nostro obiettivo sono le nuove generazioni, i giovani.
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