I co.co.co. della scuola chiedono un intervento del Capo dello Stato

In attesa di sapere se faranno parte del nuovo decreto sulla scuola che il Governo Renzi si appresta presentare, i lavoratori Co.Co.Co. scuola D.M. 66/2001 con funzioni di assistente amministrativo chiedono un intervento al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Nella lettera, che il Comitato dei lavoratori ha inviato al Presidente del Consiglio, al Ministro della Pubblica Istruzione, al Ministro della Funzione Pubblica, al Ministro delle Finanze e ai Presidenti delle due Camere ed altri, ha anche esplicitato una propria proposta per risolvere definitivamente il problema legato alla loro assunzione attesa da più di un decennio.

La proposta è incardinata nel rispetto delle norme in essere, nel rispetto dei principi costituzionali, nel rispetto dei principi di parità di trattamento sanciti dalla Costituzione e dalle Direttive Europee.

In pratica, i lavoratori chiedono la continuità lavorativa e l’avvio di un definitivo e graduale processo di stabilizzazione secondo la normale procedura concorsuale, prevista dalle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relativa alle scuole di ogni ordine e grado.

Tutto ciò senza aggravio di bilancio in quanto la loro assunzione sarebbe collegata alle annuali immissioni in ruolo che l’amministrazione programma nella scuola per la normale gestione delle attività.

Nella missiva il Comitato, che rappresenta i lavoratori a livello nazionale, ha anche descritto il percorso storico di questi “dipendenti” della scuola che negli anni hanno subito paradossali ingiustizie con atti amministrativi errati e contraddittori.

Disparità di trattamento, quindi.

“Tutto ciò, dopo un decennio di precariato – afferma il responsabile nazionale Leonardo Del Giudice – è intollerabile. Non riconoscere un diritto a chi giuridicamente, fisicamente e secondo le norme in essere svolge a tutti gli effetti specifiche funzioni e mansioni di personale ATA, come nel caso dei Co.Co.Co., significa mortificare il lavoratore e il cittadino. Questo Governo non può ancora permettere tutto ciò.”

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