Con l’Autonomia differenziata ben 23 materie verrebbero regionalizzate: istruzione, ambiente, trasporti, energia, ambiente, infrastrutture, rapporti con l’UE; i contratti nazionali di lavoro sparirebbero, tutti i settori verrebbero privatizzati. Se andasse in porto questo disegno, frutto di una pessima riforma della Costituzione, voluta dal Centrosinistra nel 2001 e avallato dai governi che si sono succeduti, si istituzionalizzerebbero definitivamente le ingiustizie e le diseguaglianze.
E la sanità? Un sistema di assicurazioni private, sul modello americano, per chi può permetterselo e di abbandono per milioni di cittadini/e verrebbe messo in atto! Avete presente la sanità già in buona parte regionalizzata? Il disastro dei Pronto Soccorso, le liste d’attesa di mesi, i “viaggi della speranza” e le carenze di medici e infermieri? Con l’Autonomia differenziata si prepara di peggio: diseguaglianze nell’esigibilità dei diritti, differenze territoriali, abbassamenti salariali.
L’Autonomia differenziata minaccia la Scuola pubblica sottraendola al principio di solidarietà:
– le “norme generali sull’istruzione”, oggi di competenza esclusiva e concorrente dello Stato, passerebbero alle Regioni, insieme al trasferimento delle risorse umane e finanziarie; – i percorsi PCTO, di istruzione degli adulti e l’istruzione tecnica superiore sarebbero decisi a livello territoriale;
– le procedure concorsuali avrebbero ruolo regionale e più difficili diventerebbero i trasferimenti interregionali; – si abolirebbe il valore legale del titolo di studio; – cosa resterebbe della contrattazione nazionale? Una residuale funzione di cornice con una versione regionale delle “gabbie salariali”.
E nei trasporti? L’AD cristallizzerebbe il divario tra Nord e Sud su qualità e quantità del trasporto; pesanti sarebbero le ripercussioni sul Sud Italia, con un aumento dei ritardi infrastrutturali: treni poco frequenti, linee a binario unico e risorse economiche inadeguate.
E la tutela dell’ambiente? Come verranno gestiti i bacini idrografici interregionali e in particolare come verrà monitorata la qualità delle acque? Come verrà tutelata la fauna selvatica che si muove indifferentemente dai confini amministrativi? Quali saranno gli standard della qualità dell’aria e come saranno rispettati con diverse normative, e di conseguenza come sarà garantita la salute pubblica? Come adottare politiche per ridurre le emissioni nocive con 20 diverse politiche industriali ed energetiche? Come saranno gestiti il settore delle attività estrattive, delle acque minerali, la costruzione di discariche e inceneritori?
Unisciti a noi, tutte/i a Napoli il 16 marzo 2024, corteo da Piazza Garibaldi (ore 14.30) a Piazza Plebiscito per dire insieme:
NO ad ogni Autonomia differenziata, NO alla secessione dei ricchi. Ritiro immediato del DDL Calderoli. SÌ alla difesa dell’unità della Repubblica
Piero Bernocchi Portavoce nazionale Confederazione COBAS – Carmen D’Anzi Esecutivo nazionale COBAS Scuola
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