Il personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario (d’ora in poi ATA) ha assunto un ruolo fondamentale durante gli anni della pandemia. I Collaboratori scolastici hanno assicurato la sorveglianza, la pulizia e l’igienizzazione di tutte le istituzioni scolastiche e sono stati impegnati nell’allestimento in sicurezza di tutti i locali scolastici. Gli Assistenti amministrativi hanno garantito la funzionalità amministrativa delle scuole, sia in presenza che da remoto; e gli Assistenti tecnici sono stati impegnati soprattutto per le connessioni da remoto, al fine di garantire la Didattica a Distanza agli e ai docenti. Ma tali notevoli impegni degli ATA non sono stati assolutamente riconosciuti nel rinnovo del contratto relativo al trattamento economico del personale della scuola per il triennio 2019-2021, sottoscritto dall’ARAN e dai sindacati “rappresentativi” il 6 dicembre scorso. Tale rinnovo, avvenuto dopo 4 anni dalla scadenza, è stato presentato come una grande vittoria da parte dei sindacati firmatari: ma il malumore del personale ATA è cresciuto notevolmente constatando come gli aumenti stipendiali e gli arretrati non corrispondessero a quelli sbandierati dal Ministero e dai sindacati firmatari. Gli aumenti per i Collaboratori sono stati di euro 54,8 lordi per la posizione stipendiale 0-8 fino ad 69,8 euro per l’ultima posizione di 35 anni, mentre quelli per gli Amministrativi e Tecnici sono stati di 61,4 euro lordi per la posizione stipendiale 0-8 fino ad 80,4 euro per l’ultima posizione con 35 anni riconosciuti. Per tutti i profili gli aumenti sono comprensivi del Compenso Individuale Accessorio (CIA). Negli anni il potere d’acquisto del personale ATA si è ridotto del 28% circa. Cosicché, il 2 dicembre scorso i COBAS e altri sindacati di base hanno convocato uno sciopero generale del comparto scuola: e l’adesione ATA è stata superiore alle aspettative e notevolmente più alta di quella dei docenti, a dimostrazione del malessere lavorativo degli ATA, incentivando i COBAS ad impegnarsi con sempre maggiore forza e determinazione nella tutela dei diritti degli ATA.
Degli ATA si parla solo in termini di efficienza e di risparmio, come se si trattasse di eliminare un residuo arcaico e inutile in un’azienda che mira all’efficacia e alla soddisfazione del cliente. Eppure, per esperienza diretta, possiamo affermare con assoluta certezza quanto un’immagine positiva della scuola all’esterno sia spesso frutto di una buona accoglienza riservata alle famiglie o di altre pratiche. La scuola è risorsa, ricchezza, aggregazione, luogo di incontro di diverse personalità e culture e non può essere considerata come un’azienda dove vige la logica del risparmio e del profitto. La scuola è una comunità educante, luogo di crescita personale e culturale dei futuri cittadini/e responsabili. Sulla scuola bisogna investire anziché “tagliare” come, purtroppo, puntualmente accade, essendo è un punto di riferimento istituzionale decisivo presente sul territorio, a volte l’unico.
Domenico Montuori COBAS Scuola Roma
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