Lo stato di emergenza, deliberato dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020, terminerà il 31 marzo 2022. Come si legge nel sito del Ministero della Salute, “dal 1° aprile sarà possibile per tutti, compresi gli over 50, accedere ai luoghi di lavoro con il green pass base (vaccinazione, guarigione, test). Dal 1° maggio l’obbligo di green pass verrà eliminato”. Ma i docenti non vaccinati o vaccinati senza terza dose, i guariti con una o due dosi che rientreranno a scuola non potranno andare regolarmente in classe e saranno destinati a non meglio precisate “attività di supporto all’Istituzione scolastica”, mentre dirigenti e personale ATA non in regola con l’obbligo vaccinale riprenderanno regolarmente le loro mansioni. Se da un lato è positivo che venga finalmente garantito il diritto alla retribuzione per tutti e il diritto al lavoro per Ata e dirigenti, dall’altro è inaccettabile per i docenti un umiliante e mobbizzante demansionamento della funzione, con il rischio di subire gli arbìtri dei dirigenti. Quando venne introdotto l’obbligo vaccinale per il personale scolastico abbiamo scritto: “l’introduzione dell’obbligo è particolarmente assurda perché circa il 90% del personale è già vaccinato […] Tale livello di vaccinazione, il rispetto delle norme sul distanziamento fisico e l’uso dei dispositivi garantiscono il regolare svolgimento delle lezioni in presenza e in sicurezza”. Quando fu introdotto il GP rafforzato nella scuola il 95% del personale era vaccinato, una delle percentuali più alte tra le categorie lavorative.
Siamo, oggi, di fronte a un accanimento incomprensibile, visto che anche nel periodo di assenza dei docenti non vaccinati i casi di contagio nelle scuole sono proseguiti con numeri significativi, come nel resto della società. Inoltre, è particolarmente assurdo vietare di entrare in classe ai docenti con un tampone negativo (i cui costi, per equilibrare diritto alla salute e diritto al lavoro, dovrebbero essere a carico dello Stato) quando nelle stesse aule vi sono alunni, in numero sicuramente maggiore, non vaccinati e senza obbligo di tampone. In attesa che la Corte Costituzionale risponda al CGA della Sicilia, secondo cui parte del d.l. n. 44/2021 (convertito in l. n. 76/2021) sarebbe in contrasto con gli artt. 3, 4, 32, 33, 34, 97 della Costituzione, chiediamo che tutti gli insegnanti sospesi rientrino a scuola per esercitare, senza alcuna limitazione, la funzione docente. Al tempo stesso, chiediamo che venga comunque prorogato il contratto al personale precario impegnato fin qui nelle supplenze, in modo da rafforzare di fatto l’organico Covid, di cui le scuole hanno particolare bisogno. Il personale interessato può rivolgersi alle sedi locali dei COBAS Scuola per valutare quali forme di tutela poter attivare.
ESECUTIVO NAZIONALE COBAS SCUOLA
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