L’aggressione fascista avvenuta sabato 18 febbraio da parte di militanti di Azione Studentesca, formazione contigua a Fratelli d’Italia, contro studenti del collettivo SUM del liceo classico Michelangiolo di Firenze ha suscitato immediate reazioni di condanna sia a livello cittadino che da parte del mondo della scuola. Alcuni presidi, cogliendo la pericolosità di tale atto, hanno scritto agli studenti lettere nelle quali rimarcando la natura fascista dell’aggressione hanno affermato i principi della Costituzione, nata dalla Resistenza. Significative le lettere agli studenti dei presidi Luca Stefani dell’ITIS Salvemini-Duca d’Aosta e della preside Annalisa Savino del liceo scientifico Leonardo Da Vinci. Quest’ultima, in particolare, ha scritto che “…il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate di migliaia di persone. E’ nato ai bordi di un marciapiedi qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti.” Nella lettera viene richiamato Gramsci, vittima del fascismo e si riporta la sua espressione “odio gli indifferenti”.
E’ del tutto chiaro l’intento educativo ed il valore antifascista della lettera della preside Savino: contro quest’ultima ha scagliato i suoi strali il ministro Valditara, il quale, in una trasmissione RAI, ha definito “impropria” la lettera rivolta agli studenti e, fatto ancora più grave, ha minacciato possibili provvedimenti nei confronti della D.S. Il ministro si era già distinto, il 9 novembre scorso, ricorrenza della caduta del muro di Berlino, per una lunga lettera agli studenti italiani nella quale, vestendo i panni di storico esperto, illustrava una presunta verità su fascismo e comunismo, tipica iniziativa degna del Minculpop. Le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione e del (de)merito relative alla lettera della preside Savino si configurano come uno sfrontato attacco sia alla libertà d’insegnamento, fondamento della scuola democratica, sia alla stessa Costituzione, nata dalla Resistenza al nazifascismo.
Tali dichiarazioni evocano metodi e concezioni autoritarie, tipiche dell’era fascista, durante la quale la scuola era asservita al regime ed alla sua ideologia. Il ministro Valditara, che non ha sentito il dovere di condannare l’aggressione agli studenti, è stato invece sollecito a minacciare la prof.ssa Savino, scegliendola dalla rosa di presidi fiorentini che hanno scritto agli studenti, sovraesponendola, additando lei sola, che è stato oggetto di un atto intimidatorio di Blocco Studentesco (Casa Pound) i cui esponenti hanno affisso uno striscione con la scritta: “Non ci fermerà una circolare, studenti liberi di lottare” ai cancelli dell’istituto Leonardo Da Vinci, la scuola della preside Savino. Su Twitter Blocco studentesco ha postato una foto con lo striscione mentre viene bruciata la lettera della preside, accompagnata da questo testo: “Un’intera generazione di cosiddetti ‘docenti’, in realtà propagandisti politici in servizio permanente, dovrebbe finalmente andare in pensione anticipata. Sono loro la causa principale del disastro del sistema educativo italiano. Rottami del 68″.
L’esternazione di Valditara, poche ore dopo, è in perfetta continuità e coerenza con questo post e in generale con l’essersi rifiutato (come pure la presidente del Consiglio Meloni) di esprimere anche solo una parola di condanna contro l’aggressione, derubricata a rissa: e questo è un fatto di una gravità inaudita. I COBAS scuola, mentre ribadiscono la condanna dell’aggressione fascista agli studenti del liceo Michelangiolo di sabato 18 febbraio, esprimono piena solidarietà alla prof.ssa Annalisa Savino e agli studenti vittime dell’aggressione.; e registrano con favore la decisione degli organi collegiali del liceo Michelangiolo di costituirsi parte civile in un eventuale processo penale a carico degli autori dell’atto esecrabile. I COBAS hanno partecipato alla manifestazione antifascista di martedì 21 febbraio, con cui Firenze, medaglia d’oro della Resistenza, ha reagito con fermezza davanti a tali rigurgiti squadristi e sosterranno tutte le prossime iniziative, anche a carattere nazionale se ne matureranno le condizioni, a difesa della scuola pubblica, libera e democratica, come sancita dalla Costituzione.
In quanto al ministro Valditara, che sulla carta ha giurato fedeltà alla Costituzione antifascista ma che in realtà la calpesta nei fatti, è evidente che la sua carica è incompatibile con una posizione che fiancheggia posizioni che strizzano l’occhio al fascismo nelle modalità di fare politica e nel linguaggio. Il fascismo si combatte sempre: e non solo quando diventa un’emergenza. Conseguentemente, come tanti lavoratori/trici della scuola e studenti stanno facendo, ne chiediamo le dimissioni, mentre la presidente Meloni non può sfuggire al suo dovere di condanna della vile aggressione fascista.
Esecutivo nazionale COBAS Scuola
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