Il 6 maggio abbiamo scioperato contro i quiz Invalsi nella Scuola Primaria e manifestato in varie città, con il sostegno della coalizione Priorità alla scuola, perché, come sosteniamo fin dall’apparire di questa “americanata”, riteniamo inutili e dannosi i quiz, con l’aggravante quest’anno del grottesco mantenimento dell’impianto malgrado la pandemia e il fatto che gli alunni/e hanno perso tanti mesi di scuola vera, lasciati in balia di quel pessimo surrogato che è la didattica a distanza, e richiamati in presenza solo per svolgere i quiz, evidentemente ritenuti più importanti della didattica quotidiana.
Invece di lavorare perché nel prossimo anno scolastico si possano frequentare regolarmente le lezioni (abolizione delle classi pollaio, assunzioni di Docenti e ATA, investimenti nell’edilizia scolastica e potenziamento dei trasporti) il Ministero ci ha riproposto l’inaccettabile rito, ora ancor più assurdo e surreale di sempre. Per dire cosa? Che gli studenti sono indietro con gli apprendimenti? Che il divario degli apprendimenti si è ulteriormente allargato a seconda delle famiglie di provenienza? Contro tutto questo hanno protestato oggi a gran voce alcune migliaia di docenti, Ata, genitori (molti/e dei quali non hanno mandato i figli a scuola a fare i quiz) e bambini/e della Primaria che hanno scioperato e sono scesi in piazza in varie città italiane. In particolare a Roma, a 100 metri dal Parlamento, maestre/e, genitori e alunni/e hanno dato vita ad un happening colorato, combattivo e allegro al contempo, con una rappresentazione teatrale che ha sollecitato anche un buon numero di bambini a prendere il microfono ed esprimere in maniera illuminante la loro protesta. Ma abbiamo approfittato delle manifestazioni anche per dare una risposta immediate alle ultime sortite – espresse con un tono stralunato di chi sembra appena sbarcato da terre aliene – del ministro Bianchi. Il quale, in audizione alla Camera, ha lasciato basiti i parlamentari dicendo che a settembre si tornerà tutti/e in presenza (e vorremmo vedere!) ma che la DaD verrà “implementata”. Che intendesse dire non si é capito. Ma la DaD è stata seppellita nel ridicolo e sconfessata dallo stesso Draghi con le riaperture generalizzate, e non potrà essere riesumata: le energie governative vengano piuttosto impiegate, e in fretta, per trovare tante nuove aule, per stabilizzare tanti precari, docenti ed Ata e per ridurre gli alunni/e per classe. E, a proposito di precari/e, oggi il “lunare” Bianchi se ne é uscito con la strampalata dichiarazione che, sì, ne verrà stabilizzata una parte ma non ci saranno “sanatorie”. Ma come si fa a chiamare “sanatoria” l’assunzione stabile di docenti che sono stati giudicati in grado di insegnare per anni (alcuni per decine di anni) e ora dovrebbero sottoporsi a nuove e insopportabili forche caudine? Che si proceda nella maniera più semplice e rapida: stabilizzazione intanto di tutti i docenti precari/e con almeno 3 anni di servizio e gli Ata con 24 mesi. E si riparta a settembre con tante più aule e con meno studenti per classe, e con i trasporti urbani adeguati: e ovviamente si cancelli definitivamente l’obbrobrio Invalsi. Poi parleremo del resto.
Esecutivo nazionale COBAS – Comitati di base della Scuola
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