Vogliamo esprimere tutto il nostro stupore e il nostro rammarico nei confronti del provvedimento che ha subito il Dirigente scolastico Giusto Catania. Riteniamo infatti che, al netto della discrezionalità in potere agli USR, sia un fatto molto grave il ritiro della sua nomina a DS del Liceo Umberto I di Palermo, avvenuto senza evidenti e giustificati motivi. I numeri relativi alla dispersione scolastica dimostrano infatti l’ottimo lavoro che Catania ha svolto durante i non pochi anni nel quartiere Cep, dove è stato preside dell’Istituto Comprensivo Giuliana Saladino. L’istituto, e di conseguenza il non facile quartiere, hanno visto degli enormi e positivi cambiamenti grazie alla messa in campo di metodi e pratiche pedagogiche inclusive e incisive. Il lavoro di Catania può essere misurato girando per il quartiere, analizzando i dati della dispersione scolastica che è molto diminuita negli ultimi anni e, decisamente, guardando anche i cambiamenti avvenuti nelle vite dei ragazzi e delle ragazze. Catania è stato inoltre anche promotore della Rete per la cultura antimafia nelle scuole, che ha messo assieme ben 69 istituti della città, fornendo strumenti per contrastare un fenomeno così violento e capillare come la mafia. Ma viene quasi da pensare che tutta questa attenzione al contrasto alle mafie crei addirittura un certo fastidio, a giudicare dall’epilogo che, a questo punto, speriamo non sia definitivo.
Si potrebbe aggiungere molto altro sulla storia personale e lavorativa di Giusto Catania, ma non è necessario perché parla da sola. Riteniamo invece molto importante esprimergli la nostra solidarietà, alla luce di una revoca che ha il tremendo olezzo delle liste di proscrizione che, evidentemente, tanto piacciono a questo governo. Non possiamo permettere che una simile ingiustizia passi in sordina, aprendo la strada a future e inaccettabili discriminazioni. La revoca è tanto vergognosa quanto pericolosa, sia perché compiuta ai danni di una persona onesta, competente e preparata, sia perché nuoce alla Scuola, nel suo senso più alto di Scuola della Repubblica. La discrezionalità non può diventare discriminazione, ed è per questo che il caso di Catania non parla soltanto di lui e dell’USR Palermo ma ci racconta di un clima di illiberalità e repressione che non abbiamo intenzione di avallare. Soprattutto alla luce delle presunte pressioni che pare siano state fatte da Fratelli d’Italia per rimuovere Giusto Catania dall’incarico. È davvero inaccettabile che il primo partito di governo anziché preoccuparsi di sanare le enormi ferite che sono state inferte alla Scuola in questi anni, pensi a come impedire a un “Preside antimafia” di portare la sua esperienza e metterla a valore nei luoghi in cui va a svolgere il suo incarico.
Siamo solidali con Giusto Catania, e siamo complici con la sua idea di pedagogia rivoluzionaria, di lotta alla mafia, di lavoro per mantenere in piedi una Scuola pubblica, democratica e antifascista.
COBAS SCUOLA
PUBBLIREDAZIONALE