In rapida successione abbiamo avuto la denominazione del Ministero del Merito (che si accinge a dare corpo ai provvedimenti aziendalistici sulla carriera docenti e la formazione obbligatoria ereditati dal governo Draghi), il dimensionamento con il taglio di 700 scuole, le dichiarazioni sull’umiliazione come strumento didattico, poi quelle sulle gabbie salariali e la privatizzazione legate all’Autonomia differenziata, la verità storica di regime per l’anniversario della caduta del Muro Berlino in chiaro stile Minculpop. Ora, sulla stessa lunghezza d’onda, il Ministro prima tace (insieme alla Meloni) sulla vile aggressione fascista avvenuta sabato 18 febbraio da parte di militanti di Azione Studentesca, formazione contigua a Fratelli d’Italia, contro studenti del collettivo SUM del liceo classico Michelangiolo di Firenze; poi definisce “impropria” la lettera agli studenti della preside Savino che, svolgendo efficacemente il suo ruolo di educatrice, aveva ricordato che “il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate di migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiedi qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti” e aveva osato (!) citare Gramsci e il suo “odio gli indifferenti”. Fatto ancora più grave, Valditara minaccia possibili provvedimenti nei confronti della D.S., per fare poi, di fronte al clamore suscitato e alla presa di posizione dello stesso Mattarella, una precipitosa marcia indietro. Si tratta di uno sfrontato attacco alla libertà d’insegnamento e alla libertà di manifestazione del pensiero, principi fondamentali della Costituzione, nata dalla Resistenza al nazifascismo, che evoca metodi e concezioni autoritarie, tipiche dell’era fascista, durante la quale la scuola era asservita al regime ed alla sua ideologia. Il Ministro si è posto anche in perfetta continuità con l’atto intimidatorio di Blocco Studentesco (Casa Pound), che ha postato su Twitter una foto con lo striscione mentre viene bruciata la lettera della preside con questo testo: “Un’intera generazione di cosiddetti ‘docenti’, in realtà propagandisti politici in servizio permanente, dovrebbe finalmente andare in pensione anticipata. Sono loro la causa principale del disastro del sistema educativo italiano. Rottami del 68″.
I COBAS scuola, insieme a Priorità alla scuola e ad altri sindacati, associazioni, comitati e collettivi, della scuola e extrascuola, raccolgono l’appello del popolo della scuola pubblica e indicono una manifestazione nazionale a Firenze per sabato 4 marzo 2023 (ore 14), per:
Esecutivo nazionale COBAS Scuola
Esecutivo nazionale Confederazione COBAS
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