E’ davvero chiaro all’opinione pubblica la vera complessità di una Istituzione Scolastica che è considerata a ragione soltanto luogo di apprendimento, di formazione ed in molte realtà territoriali anche di educazione?
C’è la consapevolezza di cosa vuol dire “governare ed organizzare quotidianamente” una scuola che oggi deve adempiere a tanti obblighi, incombenze e scadenze, oltre che garantire – quale sua ovvia finalità – l’istruzione e la formazione dei nostri bambini, ragazzi, adolescenti?
Con queste domande ANCODIS desidera sottoporre all’attenzione il tema del “governo” di una Istituzione Scolastica che oggi lo Stato affida giuridicamente al Dirigente Scolastico (titolare o reggente).
Il MIUR e le OO.SS. – consapevolmente – continuano a non voler riconoscere chi collabora e coopera in sinergia ed in sintonia con i DS ed i DSGA in ogni scuola: siamo, infatti, in un sistema che, per l’organizzazione e la gestione, funziona grazie al lavoro ed alla professionalità di alcuni docenti – i Collaboratori (Vicario, 2° Collaboratore, Responsabili di plesso, ecc) – che oltre il proprio orario contrattuale di docenza (diverso in base all’ordine di scuola ed in gran parte senza esonero) continuano per almeno altre 20 ore settimanali (in orario mattutino, pomeridiano e serale) a lavorare per la propria Istituzione Scolastica (lo possiamo facilmente dimostrare: basta chiederlo ai DS ed ai DSGA!).
Un servizio che è prodromico per sua natura a quello didattico che però NON produce effetti nella carriera professionale di ciascuno di noi.
Sappiamo bene – chi può negarlo? – che senza una efficiente gestione ed organizzazione dell’Istituzione scolastica (oggi un sistema complesso e dinamico, con improvvise criticità e quotidiane emergenze, con molti plessi da gestire, qualche centinaio di docenti da coordinare ed alcune centinaia anche migliaia di studenti da gestire, con progetti didattici ed extradidattici di inclusione e di integrazione, ASL, gestione dei conflitti, obblighi vaccinali, sicurezza, privacy, PON, RAV, Piano di miglioramento, PTOF, ricostruzione di carriera, ecc.) non è facile garantire un adeguato servizio in termini di una migliore offerta formativa e culturale per i nostri alunni.
E come non riconoscere che nelle oltre 2000 scuole in reggenza tutto questo è possibile solo grazie alla presenza, alla competenza ed al lavoro del Collaboratore vicario (spesso anche senza esonero!) insieme agli altri Collaboratori?
Da circa due anni, i Collaboratori dei Dirigenti Scolastici – senza sindacati alle spalle né sostegno di forze politiche ma aggregati in una Associazione, ANCODIS – provano a portare nel dibattito scolastico questa evidente e ben nota realtà che solo chi è culturalmente in cattiva fede disconosce.
Intendiamo farlo con la determinazione che ci contraddistingue nel lavoro perché ci riteniamo “i dimenticati” nel sistema scolastico italiano quando in realtà – oltre il DS ed il DSGA – siamo il terzo anello (costituito da alcune decine di migliaia di docenti) e CONCORRIAMO in sinergia ed in sintonia, sulla base di specifici ruoli, mansioni e responsabilità delegate dai DS, alla organizzazione del servizio scolastico (didattica, funzionamento e responsabilità).
Chiediamo semplicemente che il nostro ruolo, il nostro servizio, le nostre competenze conseguite in anni di collaborazione, non si disperdano ed abbiano quel riconoscimento giuridico e di merito che da più parti a parole viene condiviso ma che nessuno in questi anni ha davvero sostenuto né con un provvedimento legislativo (mi riferisco a TUTTE le forze politiche) né sul piano contrattuale (mi riferisco a TUTTE le OO.SS.).
Ci sembra una richiesta legittima, sostenibile, coerente con quanto DONIAMO quotidianamente e responsabilmente alle nostre scuole ogni giorno dell’anno scolastico (estate compresa!).
Non possiamo più continuare ad essere i bravi e responsabili docenti Collaboratori senza riconoscimento alcuno.
Confidando in una rivoluzione culturale ed in una rinnovata sensibilità da parte di tutti, vogliamo e meritiamo il pieno diritto di cittadinanza nel sistema scolastico italiano.
Rosolino Cicero
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