Categorie: Personale

I compensi per i presidenti e commissari di esami sono quelli del 2007

Un commissario esterno ha un compenso di 911€ lorde a cui si aggiungono delle quote (da 171 € a 2.270) relative alla distanza del luogo di residenza o servizio rispetto alla sede di esame. Trattamento diverso tocca al commissario interno: 399 € + 171€ di “missione”, che fanno un totale di 570 € lorde. Sempre al commissario interno spetta un solo compenso aggiuntivo nel caso in cui operi su più commissioni. Calcolando una media di 20 giorni di lavoro da parte della commissione per 6 ore al giorno, fanno 120 ore; e dividendo 570 € per le ore di lavoro un commissario interno gode perciò di una cifra oraria di 4,70 € lorde.

Viste le interpretazione restrittive dell’anno scorso circa il doppio compenso ai commissari interni, i sindacati hanno chiesto al Miur di confermare o meno la validità dell’art. 3 comma 1 del decreto interministeriale e della nota 7230 del 5 luglio 2007 della Dir. Gen. per gli Ord. Scol. “I compensi aggiuntivi riferiti alla funzione di cui alla tabella 1, quadro A, spettano ai membri interni che svolgono la funzione su ulteriori classi della stessa e di altre commissioni”. Il Miur non si è espresso.
Per quanto riguarda i tempi di percorrenza e le relative quote, si applica il quadro B della Tabella 1, che fa riferimento all’orario ufficiale dei mezzi di linea extraurbani più veloci. Quindi non ai mezzi effettivamente utilizzati, né alle spese effettivamente sostenute dagli interessati.
Certo gli insegnati non lavorano solo per i soli. Difatti l’art. 54 della Costituzione recita che “i cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con onore e dignità”.
Eppure negli ultimi 10 anni le tariffe pubbliche hanno subito degli aumenti vertiginosi. A fronte di un incremento del costo della vita pari al 24%, le bollette dell’acqua sono cresciute del 69,8%, quelle del gas del 56,7%, quelle della raccolta rifiuti del 54,5%, i biglietti ferroviari del 49,8%, i pedaggi autostradali del 47,5%, l’energia elettrica del 38,2% e i servizi postali del 28,7%. Per non parlare dell’aumento del costo dei carburanti.

Giovanni Sicali

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