La scuola è finita da qualche settimana, tutti gli studenti in vacanza. E i compiti? E sempre aperta la discussione tra i fautori dei compiti per le vacanze e chi invece ritiene siano inutili ed inefficaci o addirittura deleteri per i ragazzi.
Lo stesso responsabile del MIUR, Marco Bussetti ha invitato in diverse circostanze alla moderazione ”nell’assegnare schede, temi, esercizi agli studenti durante il periodo di riposo estivo”.
A ribadire la sua contrarietà ai compiti è anche il pediatra Italo Farnetani, docente alla Libera Università degli studi di Scienze umane e tecnologiche di Malta che in un intervento per AdnKronos salute afferma come “Bambini e adolescenti non devono fare assolutamente i compiti durante le vacanze: le scuole chiudono non per mandare in ferie gli insegnanti, ma far riposare gli alunni“.
Per l’esperto è importante, infatti, per il benessere dei bambini lasciare che stacchino completamente dallo stress legato all’apprendimento.
Studiare è utile e fondamentale sicuramente, ma è pur sempre un impegno faticoso che richiede grande dispendio di risorse per i ragazzi, perciò far dimenticare la scuola per qualche tempo, riponendo libri e quaderni, è il modo più efficace per “ricaricare le batterie”, cioè “risalire lo stress” precisa il docente universitario.
Non ha molto senso, inoltre, fare solo pochi compiti perché in questo caso si rischia di costringere il ragazzo a studiare svogliatamente senza ottenere il risultato sperato.
C’è il rischio che gli studenti dimentichino le nozioni acquisite durante l’anno scolastico? Per l’esperto sembra di no, perché le cose apprese da piccoli sono quelle che rimangono dentro di noi in maniera più duratura.
Il pediatra, oltre a sottolineare l’inutilità didattica dei compiti né fa anche una questione economica, perché quiz, schede e problemi rappresentano una spesa elevata per le famiglie italiane.
Secondo Farnetani, i genitori italiani spendono oltre 215 milioni di euro per l’acquisto di schede e libri: considerando una media di 15 euro a libro per le elementari, moltiplicando queste cifre per 2,5 milioni di euro e sommando quelli della scuola media e superiore arriviamo alla cifra indicata.
Oltretutto diventa un impegno pesante anche per gli insegnanti che devono controllare i compiti al rientro dalla vacanze altrimenti chi li fa viene penalizzato rispetto ai furbetti.
Altro addetto ai lavori contrario ai compiti estivi è Maurizio Parodi, dirigente scolastico e scrittore, il quale in una intervista alla Stampa li ritiene “un ossimoro, un assurdo logico”. Perché le vacanze devono essere dedicate al riposo, cosi come continua il professore “Nessuna categoria di lavoratori accetterebbe di prolungare il lavoro nel tempo libero o durante le ferie. Invece è del tutto normale che a questa assurda pretesa si debbano assoggettare gli studenti”.
A confermare la tesi sono i rapporti OCSE i quali dimostrano come, pur svolgendo compiti in misura doppia o tripla rispetto agli altri studenti europei, gli alunni italiani presentano tassi di analfabetismo funzionale a livelli inimmaginabili in un Paese civile.
Le migliori scuole del mondo non danno, invece, compiti a casa e questo dovrebbe quanto meno far riflettere gli addetti ai lavori.
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