Peppe De Cristofaro (Leu), sottosegretario all'Istruzione
Dopo le critiche espresse dal Cspi sui concorsi per nuovi docenti, anche dal ministero dell’Istruzione giungono perplessità sulla linea intrapresa dalla ministra Lucia Azzolina: ad esprimerle è il sottosegretario all’istruzione Peppe De Cristofaro (Leu), che, dopo il via libera con il decreto scuola alla pubblicazioni dei bandi, parla di “situazione inedita” che necessita di “un bagno di realismo: non siamo nella condizione di far svolgere i concorsi per assumere gli insegnanti”, bacchetta il sottosegretario.
De Cristofaro non lo manda a dire: “È meglio non bandire concorsi che poi non si faranno. Dobbiamo immaginare da subito altre strade per immettere nella scuola nuovi docenti sin dal primo settembre”.
“Sia chiaro: le assunzioni sono irrimandabili – prosegue De Cristofaro – L’anno scolastico 2020-21 sarà persino più delicato di questo che si sta per chiudere. I docenti dovranno farsi carico di quello che ha funzionato solo in parte nella didattica online”.
Per il sottosegretario, la priorità è assumere precari, magari tramite una selezione per soli titoli. Anche perchè i posti liberi sono tantissimi.
Secondo l’esponente di Leu, è compito della politica e del ministero dell’Istruzione “individuare una procedura per stabilizzare le migliaia di precari che sarebbero stati assunti con il concorso straordinario. Penso ai titoli, alle abilitazioni. Ma diciamoci subito che non siamo nelle condizioni in fare in altro modo”.
C’è poi il problema che il decreto scuola rimanda al prossimo anno scolastico l’aggiornamento delle graduatorie di istituto 2020: questo significa che le supplenze del prossimo anno scolastico saranno effettuate con le graduatorie di istituto attualmente in vigore, ovvero quelle presenti dal 2017. E ovviamente, tramite le domande MAD, la messa a disposizione.
Il sottosegretario è critico pure su questo punto: “C’è anche un’altra questione spinosa: l’aggiornamento delle graduatorie. Non sottovaluto certo i problemi tecnici – conclude De Cristofaro – ma non si può dire a chi ha lavorato, ‘ci spiace, ne riparliamo l’anno prossimo'”.
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