La nota e dolorosa vicenda del concorso a dirigente scolastico della Lombardia – che sembrava chiusa tra giugno e settembre 2014 con l’assunzione di servizio di circa 500 colleghi in quasi metà delle scuole lombarde – viene drammaticamente riaperta dalla sentenza del TAR della Lombardia del 29 giugno scorso, sentenza che sostanzialmente rischia di azzerare il concorso a causa di una serie di irregolarità nella nomina della nuova commissione incaricata, dopo il primo annullamento delle “buste trasparenti”, di ricorreggere gli scritti e concludere le prove orali.
Non siamo abituati a giudicare le sentenze, che vanno solo rispettate e applicate anche se si annuncia, in questo caso, un probabile ricorso al Consiglio di Stato da parte del Miur.
Tuttavia riteniamo che la prospettiva di lasciare senza guida, il prossimo settembre, la metà delle istituzioni scolastiche di una regione cardine come la Lombardia sia di una tale gravità da richiedere immediatamente che si individui e si attui, da parte dell’Amministrazione, ma più ancora dei responsabili politici nazionali, una soluzione che concluda definitivamente la vicenda concorsuale confermando nel loro ruolo dirigenziale tutti i colleghi, che hanno superato e ri-superato una difficile procedura selettiva, hanno svolto con efficacia e professionalità un primo difficile anno di servizio, hanno partecipato ad un’intensa attività formativa loro dedicata.
L’Andis riafferma con forza la propria posizione espressa anche nei confronti dei colleghi che hanno superato tutte le fasi previste dal concorso e che, successivamente, si sono trovati esclusi in esito a quella ricorrezione delle prove scritte che oggi viene pesantemente censurata dalla sentenza del TAR. Né i primi né, a maggior ragione, questi ultimi sono responsabili della drammatica sequela di partenze, stop e ripartenze che hanno segnato questi quattro anni di incertezze, mortificazioni e, anche, assai comprensibile rabbia.
Certo sorprende e amareggia, come sottolineato nella stessa sentenza del TAR Lombardia, che l’Amministrazione scolastica, in questo caso il MIUR, pur sapendo di essere al centro dell’attenzione generale e con una prima sentenza di annullamento, sia potuta incorrere in errori e carenze che secondo la sentenza del TAR sembrerebbero davvero gravi ed evidenti. Superficialità, sciatteria, incompetenza? Non possono essere le scuole lombarde a pagarne il prezzo, né i colleghi dirigenti che attendiamo solo possano presto vedere riconosciuti definitivamente i diritti acquisiti, ora anche sul terreno della professione praticata.
Il Concorso bandito in Campania, sempre nel luglio 2011, ha visto un abnorme prolungamento dei tempi già nella calendarizzazione estremamente dilatata delle procedure e la graduatoria di merito è stata pubblicata dieci mesi dopo la conclusione delle prove orali. Da allora (dicembre 2014) non sono state effettuate le nomine sui 101 posti autorizzati dal MIUR e mentre le sedi vacanti superano le 200 unità, nessuno si prende la briga di dare un minimo di certezza ai vincitori di concorso ed alle scuole campane.
Le nubi che hanno oscurato le procedure concorsuali non solo in Lombardia e in Campania (restano ancora aperte situazioni critiche in Toscana e Sicilia) sollecitano una attenta riflessione sulle future modalità di selezione dei dirigenti scolastici delle “buone scuole”.
È urgente che si bandisca il più volte annunciato nuovo concorso a dirigente scolastico per coprire le tantissime sedi vacanti con modalità e procedure che garantiscano, in tempi ristretti, un esito certo e di qualità.
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