Home I lettori ci scrivono I consigli pedagogici di Amadeus a cui non avevamo mai pensato

I consigli pedagogici di Amadeus a cui non avevamo mai pensato

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Devo confessarlo: ogni mattina, appena entro in classe, la prima frase che urlo ai miei alunni che fanno capannello intorno alla cattedra per mostrarmi le loro rielaborazioni della “Canestra di frutta“ di Caravaggio, è questa: “Ragazzi! Andate a posto! Come ve lo devo dire! E’ inutile che mi fate vedere i vostri disegni! Ormai non ce la potete fare a tratteggiare un chiaroscuro come dio comanda”. Poi, inevitabilmente, c’è sempre qualche alunno duro di comprendonio che insiste oltremodo sventolandomi sul naso il suo capolavoro.

E allora, siccome sono un prof di cuore, strappo il disegno facendone coriandoli e gli urlo che è meglio che si dia all’ippica. Avrei voluto dirgli che può farcela tranquillamente, che l’arte è una passione che si costruisce giorno dopo giorno, che si deve esercitare con il tratteggio e che lui ce la farà sicuramente. Tuttavia, per evitargli delusioni future, mi avvicino al banco e lo traumatizzo con un pedagogico: “E’ inutile che insisti, non ce la puoi fare”  Da domani, grazie a Amadeus, cambierò le mie strategie didattiche e all’alunno che verrà alla cattedra pieno d’entusiasmo dirò: “devi avere autostima e credere in te stesso”. Insomma, dopo  i consigli preziosissimi della Littizzetto, Briatore, Sgarbi e Galli della Loggia, avevamo bisogno anche delle dritte pedagogiche di Amadeus che in due parole (“Mai dire agli alunni ‘non sei capace di fare nulla’”) ci ha detto quello che, in anni di studio e di insegnamento, non avevamo ancora capito.

Augusto Secchi