Sui costi dei contratti pubblici (scuola compresa) si dovrà pronunciare il 23 giugno prossimo la Corte Costituzionale; la Consulta dovrà rispondere ad una questione molto semplice: il blocco dei contratti e degli stipendi è legittimo o viola uno o più articoli della Costituzione?
A porre la question erano stati a suo tempo la FLP (Federazione Lavoratori Pubblici della Cgil) e la Confsal, confederazione alla quale aderisce lo Snals.
Ed è di queste ore una nota della Avvocatura dello Stato nella quale si dice che la Costituzione contiene anche un importante principio, quello del pareggio di bilancio, che non è certamente norma di secondaria importanza.
L’Avvocatura sostiene anzi che senza il blocco dei contratti il maggior costo per le casse pubbliche sarebbe stato in questi anni di almeno 35 miliardi; i sindacati che hanno chiesto l’intervento della Consulta stanno già parlando di cifre gonfiate (in effetti se la cifra fosse esatta il costo per il solo comparto scuola sarebbe di circa 10-12 miliardi che appare davvero un po’ esagerata).
Così come sembra eccessiva la cifra di 13 miliardi all’anno che, sempre secondo l’Avvocatura, sarebbe necessaria d qui in avanti a coprire il costo dell’adeguamento degli stipendi se i contratti venissero sbloccati.
L’Avvocatura sottolinea anche che il blocco di stipendi e contratti non ha minimamente intaccato le prerogative sindacali, tanto è vero che in questi anni la contrattazione integrativa e quella sugli aspetti normativi è andata quasi sempre avanti.