La lunga attesa per l’avvio dei corsi di abilitazione per il personale di ruolo stavolta dovrebbe essere davvero agli sgoccioli: tra pochissimi giorni, il 30 gennaio, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca completerà infatti la parte di sua competenza, l’ultimo passaggio procedurale prima dell’avvio dei nuovi percorsi formativi abilitanti all’insegnamento. La data del termine dell’esame dell’Anvur per gli attesissimi corsi abilitanti è stata resa pubblica dall’ex senatore Mario Pittoni, oggi responsabile dipartimento Istruzione Lega.
Pittoni ha confermato in toto quanto detto alcuni giorni fa alla Tecnica della Scuola, rassicurando i tanti insegnanti che attendono con ansia l’inizio dei corsi abilitanti, a partire dai cosiddetti “ingabbiati” e da coloro che chiedono da anni di passare all’insegnamento su un altro ambito scolastico avendo i titoli di studio per poterlo fare (ad esempio per trasferirsi dalla scuola del primo ciclo alla secondaria).
“Abbiamo messo in campo tutto quello che può agevolare l’abilitazione in tempi veloci degli ingabbiati che attendono di poter avviare una vera carriera professionale”, aveva dichiarato il leghista durante la nostra diretta alimentando quindi le speranze dei tanti insegnanti già assunti in ruolo che auspicano di incamerare una nuova abilitazione e quindi di utilizzarla per traferirsi.
Sabato 27 gennaio l’ex parlamentare ha confermato la sua posizione, specificando anche che a seguito del probabile via libera dell’Anvur, “il ministero dell’Istruzione e del Merito assieme al ministero dell’Università e della Ricerca sono già al lavoro per la messa a punto delle norme attuative”.
Sui nostri canali social, qualche giorno prima, sempre il responsabile Istruzione della Lega aveva tenuto a dire che “essendo riusciti a convincere Bruxelles che gli ingabbiati non c’entravano nulla col Pnrr, abbiamo potuto intervenire in due maniere: facendoli inserire come sovrannumerari e autorizzando le strutture universitarie a corsi che potevano arrivare al 100% online, cosa fondamentale per tagliare tempi, costi e per agevolare le stesse strutture per accogliere il maggior numero di iscritti”.
Di diverso parere si era invece espresso Paolo Pizzo, segretario nazionale Uil Scuola esperto di mobilità scolastica, secondo il quale “stiamo vivendo un paradosso: abbiamo due ministeri (Istruzione e Università) che sostanzialmente tra loro non si parlano mentre questo provvedimento che è atteso da più di dieci anni avrebbe bisogno di una sinergia. Siamo stati convocati più volte su nostre pressioni”.
Quindi, ha aggiunto il sindacalista sempre ai nostri microfoni, “c’è un problema di fondo: il ministero ha calcolato un fabbisogno dei docenti che si devono abilitare sui posti vacanti e disponibili che servono per i prossimi concorsi e per le immissioni in ruolo, ma non c’entra nulla rispetto all’enorme platea dei docenti che si devono abilitare”.
Da Rocco Zappia, insegnante del gruppo “Docenti di ruolo ingabbiati di ogni ordine e grado per percorsi abilitanti”, era invece partito un appello, anche ai sindacati: “Non c’è alcun motivo – ha detto il docente ‘ingabbiato’ – per cui i percorsi non partano perché sia il Dpcm sia il decreto PA bis mettono la necessità di istituire i percorsi per i docenti di ruolo ingabbiati. A marzo scorso siamo entrati al ministero per portare le nostre richieste”.
Zappia ha anche tenuto a ricordare che lui, come tutti gli ‘ingabbiati’, già lavorano “nella scuola” e che hanno “bisogno di un percorso online” da svolgere “possibilmente nel fine settimana ed è importantissimo che questi percorsi vengano attivati per tutte le classi di concorso”.
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