Oggi sono 3.929 gli iscritti ai corsi Its contro gli 895.701 del sistema tedesco. Tuttavia è anche vero che tra i ragazzi italiani in pochi hanno avuto un’esperienza di lavoro retribuito nel corso degli studi: nel 2009 questi erano il 3,5% dei 15-19enni, il 14,8% dei 20-24enni, il 19,9% dei 25-29enni e il 19,5% dei 30-34enni. Le cifre sono invece più alte se si fa riferimento ai programmi di studio lavoro, cui hanno preso parte il 12,3% dei 15-19enni, il 22,4% dei 20-24enni, il 21,7% dei 25-29enni e il 15,6% dei 30-34enni.
Sono numeri che però dicono poco sulla effettiva “spendibilità” nel mercato del lavoro di queste esperienze lavorative.
Altro vulnus, il fatto che nonostante i cicli formativi abbiano durata più lunga del resto d’Europa, i livelli di istruzione dei giovani italiani sono decisamente più bassi.
Infatti ha una laurea solo il 21% dei middle-young italiani (25-34 anni), a fronte del 34,1% dei coetanei europei.
{loadposition bonus}
Ci manteniamo dunque all’ultimo posto in Europa per quota di laureati sulla popolazione attiva (18%, contro una media Uedel 30%). Secondo l’Ocse la maggior parte dei nostri 15 enni non ha intenzione di laurearsi: solo il 41% di loro si è detto disponibile a continuare gli studi universitari. In un paese come la Corea del Sud l’80% dei quindicenni dichiara di voler proseguire gli studi .