“Un piano massiccio che preveda tre grandi filoni di intervento: la costruzione di nuove scuole, in sostituzione di quelle obsolete, stimate in circa 15.000 unità (un terzo del patrimonio esistente); la messa in sicurezza degli edifici esistenti; la riqualificazione energetica e gli adeguamenti funzionali degli edifici esistenti. La valutazione dei costruttori italiani è chiara, che l’ha pure presentata all’audizione presso la Commissione Cultura della Camera dei Deputati
in più, scrive ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com, l’anagrafe ministeriale dell’edilizia scolastica – progetto avviato dal 1996 con l’obiettivo di censire il patrimonio e il suo stato di conservazione – non è stata ancora conclusa.
Ma a parte ciò, che rimane comunque un fatto grave, i più autorevoli centro studi lanciano l’allarme sullo stato degli edifici scolastici in Italia. Secondo il recente Rapporto Ance-Cresme sulla situazione degli edifici strategici nazionali in relazione allo stato del territorio italiano, sono oltre 24 mila le scuole che si trovano in aree a elevato rischio sismico e circa 6.250 quelle che sorgono in aree a forte rischio idrogeologico.
“Questa situazione – sottolineano i costruttori edili – è il risultato più eclatante della mancanza di una politica di manutenzione del Paese e del progressivo disimpegno dello Stato nella realizzazione di interventi, come quelli di messa in sicurezza delle scuole e di mitigazione del rischio idrogeologico, in grado di garantire la qualità della vita dei cittadini”.
“A questa mancanza di visione e alla pesante riduzione delle risorse da destinare alla sicurezza dei luoghi in cui viviamo, si è aggiunta la scarsa capacità di attuazione dei programmi finanziati, che, peraltro, risultano frammentati e incoerenti tra loro. Ad oggi, infatti, – sottolineano sempre i costruttori edili – lo Stato ha previsto diversi programmi di investimento per la riqualificazione degli edifici scolastici, che prevedono 8 diverse fonti di finanziamento e 12 procedure attuative”.
Secondo le stime dell’Ance, molte risorse rimangono ancora da attivare: il 53% dei fondi stanziati tra il 2004 ed il 2012 non è stato ancora attivato, ai quali si aggiungono 1,3 miliardi stanziati nel corso del 2013.
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