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I criteri per valutare con ‘criterio’

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E’ a causa della valutazione che spesso sorgono lamentele da parte degli studenti, qualora ritengano di essere “ingiustamente" giudicati dai professori, da parte delle famiglie, quando vedono tradite le aspettative sui figli, da parte dei docenti, quando, in particolare modo in sede di esame, si trovano in disaccordo sul criterio di valutazione adottato per una determinata prova.
La soggettività della valutazione, dovuta anche alla mancanza di criteri oggettivi stabiliti a livello nazionale, crea spesso situazioni incresciose di disparità tra alunni di pari livello culturale. Se poi si riflette sul fatto che le valutazioni hanno un valore legale e un peso non indifferente sulla carriera scolastica e lavorativa, allora si comprendono i motivi che spingono talvolta i genitori o gli alunni, soprattutto in assenza di criteri di trasparenza, ad aprire un contenzioso, anche quando non sussistono ragioni plausibili.
Eppure la valutazione è parte integrante e inscindibile dell’insegnamento e dell’apprendimento, infatti, per i docenti rappresenta lo strumento attraverso cui poter monitorare continuamente il processo di apprendimento degli alunni, per questi ultimi diventa la misura delle loro capacità, degli interessi, dell’impegno, in definitiva del loro successo o insuccesso scolastico.
E qui sta il nocciolo del problema: la valutazione riesce ad essere sempre effettivamente uno specchio fedele delle capacità degli alunni o qualche volta altro non è che uno specchio deformante e fuorviante?
Purtroppo nel quotidiano scolastico le non rare discrasie esistenti nella valutazione tra alunni dello stesso istituto, o addirittura della stessa classe, non favoriscono nell’immaginario collettivo l’idea della sintonia tra valutazione e rendimento scolastico, anzi avallano la convinzione secondo cui è determinante il peso che assumono alcune variabili che poco hanno in comune con il concetto di correttezza valutativa.
E’ necessario, quindi, che almeno all’interno di uno stesso istituto siano stabiliti criteri di valutazione disciplinari dai docenti di classi parallele della stessa disciplina e criteri di valutazione trasversali dai docenti di discipline diverse, i quali tengano conto di alcune variabili che possano meglio delineare la situazione scolastica degli studenti e che possano fissare la soglia del livello di sufficienza.
Sembra superfluo precisare che tali criteri devono essere calibrati sui traguardi formativi attesi e stabiliti dai docenti nell’ambito del consiglio di classe, compresi quelli minimi, indispensabili per consentire il passaggio alla classe successiva agli studenti che presentano difficoltà di apprendimento.

Anna Maria Di Falco

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