Si ritorna a parlare del rapporto tra genitori, figli e docenti. Quando i bulli fanno dei danno a scuola, è giusto che paghino i genitori? Partendo da ciò che è successo a Cento, dove il Comune ha deciso di passare all’azione contro quei ragazzi che si comportano in modo a dir poco negativo, si è parlato di responsabilità nella trasmissione di Raiuno, Uno Mattina.
A intervenire, Mario Rusconi, (Anp Roma), che ha dichiarato: “Quello che ha proposto il comune di Cento è inapplicabile alla scuola. Se un alunno spacca un vetro non chiamo un vigile urbano per multare studente e genitori. Si può applicare, invece, fuori dalla scuola se ci sono atti di violenza, anzi molti atti di quel tipo andrebbero sanzionati bene con un maggiore controllo del territorio. All’interno della scuola le norme già esistono, c’è lo statuto degli studenti. Adesso il ministero ha inaugurato un altro gruppo di lavoro che si chiama “autorevolezza e rispetto” che sta vedendo come intervenire sugli atti di bullismo e violenza che ci sono nella scuola, non solo in senso repressivo, ma anche in senso formativo”.
E aggiunge: “Quando chiamiamo i genitori, 80 volte su 100 fanno gli avvocati del diavolo, difendono il “pupo” per qualsiasi cosa. Responsabilizziamo i genitori, gli studenti, ma se ci sono degli atti gravi, esiste uno statuto degli studenti e delle norme che stanno per essere varate da questo gruppo ministeriale. A me è capitato di sospenderli e fargli fare dei lavori socialmente utili, anche alla Caritas. Alla fine della sospensione, il direttore della Caritas ha chiesto se potevamo sospenderlo ancora perché era stato bravissimo. Si devono recuperare questi giovani, ci vuole il polso saldo, cosa che spesso i genitori non hanno”.
“Inoltre, continua Rusconi, agli studenti diciamo che dopo i 14 anni se loro commettono un reato noi come scuola siamo tenuto a segnalarlo alle autorità di Polizia. Non è una scelta, alcuni colleghi pensano di venire meno a questa cosa perché pensano al buon nome della scuola. Io dico che la buon nome della scuola si fa con una buona scuola non semplicemente nascondendo le cose negative e bisogna avere il polso serio e formativo nei confronti dei ragazzi”.