Il rapporto 2013 di Federculture, che oggi ha presentato i dati 2012 del settore culturale,lancia un vero e proprio allarme: lo scorso anno si è registrato il primo calo dopo “oltre un decennio di costante crescita.
L’agenzia Dire riporta la notizia che all’assemblea annuale di Federculture, a Roma nella sala della Protomoteca in Campidoglio, il presidente, Roberto Grossi, ha chiamato a raccolta tra gli altri il sindaco della Capitale, Ignazio Marino, e i ministri dei Beni culturali e del Lavoro, rispettivamente Massimo Bray ed Enrico Giovannini. E da questa assise è emerso che anche i dati sulla fruizione culturale sono “negativi in tutti i settori, con una netta inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni: -8,2% il teatro, -7,3% il cinema, concerti -8,7%, musei e mostre -5,7%”. In generale, “diminuisce dell’11,8% la partecipazione culturale dei cittadini italiani.
Brusca battuta d’arresto per i musei statali, che in un solo anno hanno perso circa il 10% dei visitatori, passando da 40 a 36 milioni, “poco più di quelli entrati nei soli musei londinesi”.
Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, parla della situazione della Capitale: “Dato choc”
Una situazione, quella del settore culturale, aggravata dalla crisi, ma anche dal calo degli investimenti: “Solo da parte dei Comuni – spiega il rapporto – in un anno è stato tagliato l’11% delle risorse, mentre le sponsorizzazioni private destinate alla cultura scendono nel 2012 del 9,6%, ma dal 2008 il calo è del 42%”.
Le ripercussioni del crollo di investimenti e della spesa culturale riguardano in primis il turismo. Se infatti “a livello mondo gli arrivi internazionali nel 2012 raggiungono la cifra record di 1 miliardo, in Italia aumentano solo del 2,3% i viaggiatori stranieri, le nostre città- sottolinea Federculture- perdono competitività turistica e il Paese nell’insieme perde attrattività: nel country brand index 2013 crolliamo al 15esimo posto”.
Ecco perché secondo la federazione di enti locali “è giunto il momento di un’assunzione di responsabilità collettiva”. Federculture, presentando il rapporto 2013 che ha voluto chiamare ‘Una strategia per la cultura, una strategia per il Paese’, ha presentato al Governo “proposte concrete” e chiesto “risposte immediate”: sostenere i consumi delle famiglie grazie alla detraibilità delle spese per la cultura; promuovere il lavoro giovanile con un piano per l’occupazione culturale; rilanciare la produzione e la gestione cancellando le norme che soffocano l’autonomia e la capacità di programmazione di enti e aziende.
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