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I diplomati magistrale chiedono aiuto a Mattarella. Il Presidente: “non posso intervenire”

Il 7 gennaio scorso i componenti della pagina Facebook “Diplomati Magistrale in GaE”, che conta circa 1.500 aderenti, hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica Mattarella.

La richiesta del gruppo è quella di voler intervenire e vigilare onde evitare eventuali interferenze del governo sul consiglio di stato in merito alle vicende giudiziarie circa l’inserimento in gae dei diplomati magistrale.

Nella missiva hanno richiamato l’attenzione sulla “nomina ad hoc” del 23 dicembre scorso operata dal consiglio dei ministri dell’Avv. Alessandro Pajano quale presidente del consiglio di stato, lasciando intendere che il presidente Pajano sembrerebbe sia stato nominato proprio per stravolgere le decisioni del più alto rango della giustizia amministrativa che fino al 28 dicembre scorso hanno dato ragione ai ricorrenti con ben 7 sentenze definitive, 15 ordinanze cautelari e 4 ordinanze di ottemperanza.

Ma cosa è successo il 28 dicembre 2015? Come hanno scritto i docenti nella lettera a Mattarella: improvvisamente ed inspiegabilmente, guarda caso ad appena 5 giorni dalla nomina di Pajano presidente del consiglio di stato, lo scenario al Consiglio di Stato è mutato, e la VI sezione ha rimesso all’adunanza plenaria la questione di legittimità del decreto Miur in cui non si consentiva l’inserimento in gae dei diplomati magistrale.  

Continuano nella missiva: “la nomina del presidente Pajano ha fatto discutere non poco i giuristi, in quanto avvenuta in netta controtendenza rispetto alla prassi consolidata. Infatti, il protocollo prevedeva comunque una nomina da parte dell’esecutivo, ma si trattava solo di una mera ratifica del nominativo prescelto dal consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. In questo caso invece, Pajano è stato scelto direttamente dal presidente Renzi su una rosa di 5 nomi”.       

I docenti riportano nella lettera anche le riflessioni del noto giurista Prof. Giovanni Virga contro questo modus operandi adottato per la nomina del neo presidente del consiglio di stato: “C’è da chiedersi quanto tutto ciò sia rispettoso dell’autonomia che la nostra carta costituzionale ancora garantisce alla magistratura. Per trovare un precedente di nomina di un presidente del consiglio di stato di gradimento da parte del capo dell’esecutivo di governo – continua Virga – bisogna risalire al periodo fascista, durante il quale il duce si riservava il diritto di nominare a proprio piacimento il presidente del consiglio di stato”.

In data odierna è giunta l’attesa lettera di risposta del segretariato generale della presidenza della repubblica datata 25 gennaio 2016 e firmata dal dott. Morabito. Nella risposta ai docenti diplomati magistrale si legge: “in relazione alla lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, ho il rammarico di comunicare che il Capo dello Stato non può compiere alcuna valutazione dei fatti che costituiscono l’oggetto dell’istanza, ne adottare le misure richieste. Egli, infatti, non dispone di alcuno strumento diretto di intervento su altri organi dello Stato nell’esercizio di competenze ad essi assegnate dall’ordinamento”.    

I docenti, costernati, hanno commentato a caldo sulla loro pagina facebook: “una risposta forse prevedibile, ma deludente. Presidente, lei è il garante del sistema costituzionale, da lei ci saremmo aspettati delle rassicurazioni circa l’indipendenza del consiglio di stato! Noi continuiamo a confidare nei membri del CdS non succubi del renzismo”.

Carmine Nicoletti

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