Senza soluzione di continuità. Sono le proteste condotte dai maestri con diploma magistrale contro il Governo, il Parlamento e il ministero dell’Istruzione perché si adoperino per bloccare gli effetti della sentenza negativa del Consiglio di Stato, pubblicata lo scorso 20 dicembre, che li porterebbe fuori dalle graduatorie ad esaurimento, retrocedendoli da precari “storici” a supplenti novelli.
Dopo gli stop delle lezioni e lo sciopero della fame delle scorse settimane, stavolta sono i Cobas a prendere l’iniziativa: Piero Bernocchi, portavoce nazionale dello storico sindacato scolastico, chiede di “dare vita ad un accampamento permanente, dal giorno dell’insediamento del nuovo governo, che stia 24 ore su 24 davanti a Montecitorio”, in modo da “chiedere la soluzione della vicenda delle maestre diplomate che rischiano di perdere il posto di lavoro”.
Secondo il leader dei Cobas Scuola, “se la proposta verrà accettata, metteremo a disposizione i contatti con la questura per le autorizzazioni, un camper completamente attrezzato e una tenda da campo e tutta la logistica e sostegno pratico necessario, oltre a favorire il più possibile i contatti con i gruppi parlamentari”.
Bernocchi sa bene che la battaglia sarà dura. E i tempi per raggiungere una eventuale soluzione non sarebbero brevi.
“Ovviamente a giugno, durante il periodo di lavoro delle maestre, bisognerà fare i turni, chiedere permessi, usare i giorni liberi, darsi il massimo ricambio, contando molto sulle maestre e sui maestri romani e delle sedi più vicine. Poi, se la partita a luglio dovesse essere ancora aperta, l’impegno riguarderà tutti alla pari”, conclude Bernocchi.
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