Le lamentele dei dirigenti scolastici iscritti alla Flc Cgil sono tante e sono state analizzate durante l’incontro avvenuto a Frascati lo scorso 19 settembre. Si è parlato nello specifico della carenza di organico delle dirigenze scolastiche, che è stato ridotto di oltre il 20% rispetto all’anno precedente. Il problema dell’eccesso di reggenze, anche di scuole rimaste autonome, produce carichi di lavoro e di responsabilità inaccettabili.
Tra i dati pubblicati dal Miur sull’attuale anno scolastico, risalta il numero di circa 1.500 reggenze assegnate a dirigenti scolastici che dovranno gestire una seconda scuola. Tutto questo avviene in un contesto economico nel quale il rinnovo dei contratti è stato bloccato, impedendo quindi l’adeguamento delle retribuzioni colpite dall’inflazione e dalla crisi economica.
Un’altra lamentela di carattere gestionale sta nel fatto che la sottrazione alle scuole di tutta la loro liquidità economica per contribuire alla riduzione della spesa pubblica, sta producendo ritardi nei pagamenti, e una evidente riduzione dell’autonomia delle scuole, continuamente costrette a sottostare al potere dell’amministrazione centrale (Mef e Miur) che esercita un potere dirigista e di misurata erogazione delle somme concesse, che ovviamente condiziona la gestione finanziaria delle scuole.
Ormai si parla di autonomia scolastica di facciata, nella sostanza ci troviamo in un sistema scolastico centralizzato, almeno per quanto riguarda la parte economica. A questo proposito si è parlato in modo negativo della circolare 25 della Ragioneria Generale dello Stato sui modelli di relazioni per la contrattazione che tenta l’ennesima invasione di campo sull’autonomia contrattuale dei dirigenti.
La Struttura Nazionale di Comparto dei Dirigenti Scolastici FLC CGIL si è riunita con l’impegno di trovare tutte le possibili soluzioni ai problemi che stanno vivendo le scuole autonome ed i dirigenti scolastici, anche programmando diffuse iniziative di confronto. Il messaggio che è stato lanciato da questa riunione è quello di partecipare uniti e coesi alla mobilitazione dei lavoratori di tutto il comparto del mondo della conoscenza indetta dalla Flc Cgil per ottenere una decisa inversione nelle politiche del governo per quanto riguarda l’istruzione pubblica.
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