Il governo Letta e gli stessi sindacati del pubblico impiego, quelli della scuola in primis, dovrebbero dare un esempio tangibile, in questa delicata fase di crisi economica che il nostro paese sta attraversando, eliminare una buona volta un antico privilegio da prima Repubblica: i sindacalisti esonerati, nel nostro caso dall’insegnamento o dalle mansioni ATA, dovrebbero essere a carico dei bilanci delle organizzazioni sindacali e non pagati da noi contribuenti, insomma i sindacalisti in esonero o in semiesonero se li paghino gli iscritti al sindacato; fin quando i sindacalisti del pubblico impiego e quelli della scuola in particolare saranno a carico dell’amministrazione di appartenenza, noi non ci sentiamo né garantiti né tutelati, si parla continuamente di costi della politica, ma dei costi deisindacalisti nel pubblico impiego nessuno parla mai.
Ci sono sindacalisti che chiedono la proroga, per non andare in pensione, e poi restano in esonero sindacale, inoltre nella scuola lo Stato paga due volte, sia il docente o l’ATA sindacalista in esonero o semiesonero sia il suo supplente.
Una vergogna, uno spreco di pubblico denaro che va avanti da decenni, una stortura che dovrebbe essere finalmente sanata, sindacalisti che dopo l’anno di prova, restano in esonero per 25, 30 o quarant’anni. Noi crediamo che sia finalmente giunto il momento che i sindacalisti nel pubblico impiego, se in esonero, siano pagati non dallo Stato ( che già li libera dal servizio e nella scuola paga il supplente) ma dal sindacato, dove in effetti essi prestano effettivo servizio, come del resto accade nel settore privato, come accade negli altri paesi, come accade nell’amministrazione scolastica per i comandati presso enti, associazioni ed università. Chiediamo al presidente del Consiglio, al governo , al Parlamento, a tutti i partititi, agli stessi sindacalisti del pubblico impiego di dare finalmente un segnale!
Associazione professione insegnante Libero Tassella
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