Le tre famose gambe del sistema di valutazione della scuola: Invalsi, Indire, ispettori ministeriali, che fine hanno fatto? E che fine hanno fatto soprattutto gli ispettori ministeriali che dovevano essere il perno di tutta l’impalcatura? I procedimenti di valutazione delle istituzioni scolastiche possono essere infatti di due tipi: autovalutazione e valutazione esterna.
La valutazione esterna è condotta da “agenti esterni” che sono: l’Invalsi che individua le situazioni da sottoporre a verifica, sulla base di indicatori di efficienza ed efficacia previamente definiti; mentre il nucleo di valutazione esterna, è costituito da un dirigente tecnico e da due esperti scelti dall’elenco appositamente predisposto.
Ridotti ormai a poco più di 50 persone in tutto il territorio nazionale, a fronte di un organico di 191 profili, si aspetta il concorso per aumentarne l’organico, portandolo ad 80 entro i prossimi anni, anche se a prima vista non sembra che al Ministero interessi implementare questa fascia dirigenziale, forse perché ancora sente il sibilo lontano del controllo del controllato o perché preferisce che si dia mandato ai presidi per svolgere, all’occorrenza, questa funzione.
Tuttavia la funzione ispettiva “concorre, secondo le direttive del Ministro, e nel quadro delle norme generali sull’istruzione, alla realizzazione delle finalità di istruzione e di formazione, affidate alle istituzioni scolastiche ed educative. Essa è esercitata da ispettori tecnici centrali e periferici. Gli ispettori tecnici centrali operano in campo nazionale e gli ispettori tecnici periferici in campo regionale o provinciale. Gli ispettori tecnici contribuiscono a promuovere e coordinare le attività di aggiornamento del personale direttivo e docente delle scuole di ogni ordine e grado; formulano proposte e pareri in merito ai programmi di insegnamento e di esame e al loro adeguamento, all’impiego dei sussidi didattici e delle tecnologie di apprendimento, nonché alle iniziative di sperimentazione di cui curano il coordinamento: possono essere sentiti dai consigli scolastici provinciali in relazione alla loro funzione; svolgono attività di assistenza tecnico-didattica a favore delle istituzioni scolastiche ed attendono alle ispezioni disposte dal Ministro per la pubblica istruzione o dal provveditore agli studi. Gli ispettori tecnici svolgono altresì attività di studio, di ricerca e di consulenza tecnica per il Ministro, i direttori generali, i capi dei servizi centrali, i soprintendenti scolastici e i provveditori agli studi. Al termine di ogni anno scolastico il corpo ispettivo redige una relazione sull’andamento generale dell’attività scolastica e dei servizi”.
In altre parole, è uno strumento conoscitivo e valutativo dell’attività delle scuole, finalizzata al loro miglioramento e all’adeguamento degli standard alle politiche dell’Unione Europea. Questo per sottolineare che nell’ambito scolastico è necessario che qualcuno sovraintenda alle attività che si svolgono al fine di incrementarne la validità e la qualità.
Ma allora ci chiediamo, perché tanta rilassatezza nel bandire i concorsi? Perché il ministero, invece di correre, va avanti con piedi di piombo? Eppure ormai è evidente la crisi della nostra scuola, la china che sta prendendo sia per mancanza di organico e sia di proposte credibili di riforma al di là della “affettuosità” di cui parla il ministro Bianchi.