Firma il volume anche la giurista Elena Lauretti, esperta di diritto scolastico, mentre la recensione del libro è sulla Stampa.
Il nome dell’autore, spiega La Stampa, finì nelle cronache nazionali perché difese una quarantina di ragazzi che rivendicava il diritto ad avere il crocifisso in classe, sfidando l’insegnante di italiano che l’aveva staccato dalla parete.
Ma se il giovane Alex Menietti è animato da senso di giustizia e autentica passione civile, lo sono anche gli studenti che a lui si rivolgono? O cercano un’arma in più per la caccia ad alibi e scorciatoie? Menietti assicura il contrario: «I ragazzi che si interessano di diritti sono quasi sempre gli studenti più volenterosi e impegnati».
Il libro non si ferma alle questioni di diritto ma fornisce strumenti perché la classe studentesca sia meno credulona e manipolabile, più «sgamata», come direbbero i ragazzi: un prezioso capitolo sulle bufale on line insegna a riconoscerle e smascherarle prima di indire manifestazioni e occupazioni: l’ex ministro dell’istruzione Gelmini non ha mai voluto abolire le vacanze scolastiche, né l’attuale ministro Giannini ha mai annunciato che abolirà l’educazione fisica.
E che cosa dice oggi la legge sul crocifisso, da cui è nato tutto il percorso che ha portato al libro? «L’ultima parola – spiega Menietti – l’ha detta nel 2011 la Corte Europea, che si è espressa a favore della “possibilità” di affissione del crocifisso, che “non esprime soltanto un significato religioso, ma anche identitario, […], frutto e simbolo dell’evoluzione storica della comunità italiana”».