Tra i motivi del mancato finanziamento alle scuole private private da parte dello Stato, c’è sempre stato il rilievo che queste oggi scelgono liberamente i propri docenti tra gli abilitati e non sono tenute al rispetto delle graduatorie redatte sulla base alle esperienze lavorative e ai titoli culturali. La scelta dei docenti da parte delle scuole private parificate, in alcuni casi avviene per adesione ad un credo religioso dei docenti e, in altri casi, avviene per accettazione forzata ad una situazione di precarizzazione, se non ad un vero e proprio sfruttamento del loro lavoro. Rimuovendo l’ostacolo di dover scegliere i docenti sulla base di graduatorie di merito, si rimuoverebbe un ulteriore ostacolo al finanziamento delle scuole parificate da parte dello Stato. Invece di far applicare alle scuole parificate le regole dello Stato, si preferisce far applicare allo Stato le regole degli istituti privati. Se in tutto questo vengono meno i diritti acquisiti dei docenti e il rispetto dei criteri di merito e di esperienze lavorative, a chi volete che interessi oggi? Di sicuro non interessano i diritti dei docenti ai proponenti questo progetto di legge.
Gli interessi economici privati vengono prima di quelli legittimi di migliaia di docenti che, oltre ad aver subito negli anni uno sfruttamento del loro lavoro, ora vengono a sapere che possono essere anche scavalcati da soggettivi criteri di reclutamento.
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