Concentrato al centro dell’Unione Europea in meno di 3000 kmq di superficie, il Lussemburgo, sebbene sia il più piccolo stato dell’UE in cui vivono circa mezzo milione di cittadini – con un congruo numero di stranieri pari al 37,3% della popolazione – è un gigante finanziario. Originariamente dedito all’agricoltura ed alla pastorizia, grazie alla particolare posizione sita a poche centinaia di chilometri dalle più grandi capitali europee (come Parigi, Bruxelles ed Amsterdam) e con un sistema finanziario favorevole sul piano della tassazione e poco permeabile alle indagini giudiziarie e giornalistiche, il Granducato -similmente al Liechtenstein il cui sistema educativo analizzeremo tra breve – è oggi una delle più importanti piazze finanziarie al mondo (la seconda per gestione di fondi d’investimento dopo gli USA) con la presenza di 157 banche di 25 diverse nazionalità, 95 compagnie di assicurazione e 270 società di riassicurazione. Non meraviglia quindi che il Granducato sia il centro finanziario dell’Unione Europea, ospitando le sedi della Banca Europea degli Investimenti, del Fondo Europeo degli Investimenti, della direzione generale “Crediti ed Investimenti” della Commissione Europea e della Corte dei Conti dell’Unione Europea. Possiamo dunque notare come gli indicatori statistici dipingano una realtà alquanto particolare, con una qualità della vita elevatissima in ogni ambito della società. Ciò naturalmente si riverbera anche nel sistema scolastico lussemburghese che in base alle statistiche è uno dei migliori e più severi al mondo. Esso comprende due anni di scuola materna (enseignement préscolaire) obbligatoria, seguita da sei anni di scuola elementare (enseignement primaire) e da un numero variabile di anni di studio (da tre a sette, in funzione delle capacità e delle scelte dell’alunno) in un istituto secondario (enseignement postprimaire ou secondaire). Le scuole materne ed elementari sono totalmente gratuite, l’istruzione secondaria è gratuita solo nelle scuole pubbliche, ma resta a carico dello studente il costo dei libri. La lingua di base dell’insegnamento elementare è ufficialmente il tedesco, ma di fatto, se l’apprendimento della lettura e della scrittura è effettivamente in tedesco (il lussemburghese è prevalentemente una lingua orale, con norme ortografiche non ancora ben disciplinate) la lingua parlata durante le lezioni è comunque il lussemburghese. A partire dal secondo semestre del secondo anno viene introdotto il francese come lingua veicolare. I cittadini stranieri hanno la possibilità di seguire dei corsi integrati (cours intégrés) nella propria madrelingua, organizzati in collaborazione con la scuola ed i consolati. Grossi problemi nascono comunque da questa molteplicità di lingue: un bambino che inizia la scuola si trova davanti alla necessità di conoscere tre, a volte quattro, lingue diverse. In particolare, i bambini di madrelingua neolatina hanno moltissime difficoltà a capire e ad esprimersi in una lingua germanica. Problemi come la dislessia e la disortografia sono comunissimi. Per questo motivo, molte scuole organizzano corsi di sostegno (cours d’appui), classi di accoglienza (classes d’accueil) o classi di attesa (classes d’attente); le informazioni in merito vengono date dal servizio dell’insegnamento (Service de l’enseignement) del comune di residenza o dal Service de l’enseignement de la ville de Luxembourg. Una peculiarità tutta lussemburghese è che non esiste una scuola denominata in modo corrispondente alla nostra scuola “media”, tuttavia come in Italia l’istruzione obbligatoria comprende la scuola elementare più tre anni di scuola secondaria. Una parte dell’insegnamento secondario fa quindi parte della scuola dell’obbligo senza però che la fine di questo periodo sia marcata da un passaggio netto come l’esame di terza media italiano. Il passaggio dalla scuola elementare a quella secondaria avviene tramite una serie di test di valutazione, in base ai quali gli insegnanti consiglieranno di seguire l’istruzione secondaria generale (enseignement secondaire général) o tecnica (enseignement secondaire technique). L’esame di passaggio da una scuola all’altra, il cui risultato era vincolante per poter seguire l’istruzione generale, è stato abolito tra il 1995 e il 1996. L’istruzione secondaria generale corrisponde più o meno al nostro liceo, ha una durata di sette anni e permette il passaggio all’università. Dopo un primo anno orientativo, lo studente sceglierà l’insegnamento classico (latino) o moderno (inglese); alla fine del terzo anno, dovrà poi decidere un orientamento (letterario o scientifico) all’interno del quale, nel corso del sesto anno, sceglierà le materie predominanti. Alla fine del percorso gli verrà rilasciato un diplôme de fin d’études secondaires (equivalente più o meno a un diploma di maturità). Vi è poi l’istruzione secondaria tecnica che ha una durata di sei o sette anni, a seconda delle scelte e delle capacità dell’alunno. Tuttavia è possibile interrompere gli studi già alla fine del terzo anno per entrare, a 15 anni, nel mondo del lavoro. Il ciclo completo di sette anni porta a un diplôme de fin d’études secondaires techniques che consente l’accesso all’università. Per coloro che non volessero o non riuscissero ad arrivare fin là, vi sono alcuni diplomi intermedi, come il certificato di attitudine tecnica e professionale (CATP, Certificat d’Aptitude Technique et Professionnelle), il certificato di avviamento tecnico e professionale (CITP, Certificat d’Initiation Technique et Professionnelle) o il certificato di capacità manuale (CCM, Certificat de Capacité Manuelle) che aprono comunque le porte all’esercizio di vari mestieri. Esistono inoltre delle classi dette preparatorie (régime préparatoire), a cui si accede dopo l’istruzione primaria, e che sono destinate a preparare gli studenti più deboli all’accesso all’istruzione tecnica postprimaria. Le competenze da acquisire sono suddivise in moduli e lo studente ha la possibilità di seguire il proprio ritmo di apprendimento, fino al raggiungimento del livello voluto. Le classi preparatorie durano normalmente uno, due o tre anni, ma possono essere anche più lunghe se il ritmo dello studente lo richiede. Va poi sottolineato che nel minuscolo ma importante Granducato di Lussemburgo (e, come abbiamo visto, nella maggior parte degli Stati dell’Est), gli esaminatori esterni attribuiscono un voto finale tenendo conto anche dei risultati ottenuti alla prova esterna e del lavoro svolto durante l’anno. Per venire, poi, incontro alle difficoltà degli studenti di madrelingua neolatina (in genere italiani, spagnoli, portoghesi), alcuni istituti tecnici organizzano delle classi in cui la lingua veicolare è il francese. Esistono inoltre, in alcuni istituti, delle classi dette d’integrazione e destinate ad accogliere i giovani che, avendo frequentato le elementari in un altro paese, non conoscono né il francese né il tedesco. In tali classi lo studio di queste lingue è, ovviamente, predominante. Quanto alla tipologia d’esame finale che s’affronta dopo aver compiuto il percorso d’istruzione secondaria, va detto che in Lussemburgo ci sono l’EFES e l’EFET. Il primo o Examen de fin d’études secondaires è un esame nazionale organizzato al termine dell’istruzione secondaria generale dal ministero dell’educazione e incentrato sulle materie dell’ultimo anno della sezione di studi dello studente, compreso il tedesco come lingua di insegnamento, matematica, scienze e una lingua straniera. Il superamento di questo esame dà diritto al Diplome de fin d’etudes secondaires. Un’altra tipologia è costituita dall’EFET o Examen de fin d’études du technicien, un esame nazionale organizzato al termine degli studi secondari per la formazione di tecnici, il cui contenuto viene definito dal ministero dell’educazione nazionale. Il superamento di questo esame dà diritto al Diplome de technicien.
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