Pur non facendo parte dell’Unione europea per ragioni essenzialmente legate alla pervicace continuazione della pesca alle balene, che naturalmente sarebbe vietata dopo una sua adesione come stato membro all’UE, l’Islanda, per i suoi alti standard educativi, merita la nostra indagine. Malgrado sia un’isola, difatti, l’Islanda è legata a doppio filo alla cultura scandinava continentale e per conseguenza gli islandesi, in origine pescatori e cacciatori come tutti i popoli nordici, hanno il culto della cultura ed amano molto leggere. In Islanda il libro è il frutto e l’albero della comunicazione umana, secondo il motto: “Meglio rimanere senza scarpe che senza un libro”. Così vi sono 320 biblioteche per una popolazione complessiva nell’Isola di meno di 300.000 abitanti che leggono in media circa 3.000.000 di libri annui ossia circa 10 libri pro capite. Vi è quindi un alto livello culturale e non esiste l’analfabetismo. È interessante notare come l’Islanda includa il rispetto della natura e la promozione della coscienza religiosa e dell’etica non materialista tra gli elementi da promuovere nelle scuole nel quadro dello sviluppo della “cittadinanza responsabile” degli alunni. Così, secondo la legge scolastica islandese, i metodi e le pratiche educative devono essere caratterizzati dal rispetto della natura, dalla tolleranza verso gli altri, dall’etica cristiana anche sul piano dei costumi e dalla cooperazione democratica. L’istruzione è obbligatoria e gratuita dai 6 ai 15 anni. La scuola secondaria dura dai due ai quattro anni, dall’età di 16 anni ai 20 ma la maggior parte degli islandesi oltre i 20 anni continua a studiare. Molteplici organizzazioni in Islanda offrono una vasta gamma di opportunità per l’istruzione superiore, la formazione professionale, l’apprendimento delle lingue e percorsi accademici alternativi. In Islanda ci sono otto istituti di istruzione universitaria: l’University of Iceland è la più importante, istituita nel 1911, nacque dalla fusione di tre istituti professionali fondati nel secolo XIII: la scuola di teologia, quella di medicina e quella di legge. Prima di allora gli studenti islandesi compivano gli studi universitari in Danimarca, Svezia o USA. L’Università di Islanda è cresciuta notevolmente e in maniera rapida e nel corso del secolo sono state aggiunte ben dieci facoltà. Le altre università offrono corsi di Scienze della Formazione (Iceland University of Education), Ingegneria (Tecnical University of Iceland), corsi tecnico-professionali (University of Akureyri) e Scienze Agrarie (Hvanneyri Agricultural University). Due istituti privati offrono programmi di Economia e Scienze dell’Informazione (Bifröst School of Business and Reykjavík University) e un altro offre programmi di Arte, Teatro e Musica (Iceland Academy of the Arts), anche se mancano alcuni insegnamenti universitari, che costringono ad emigrare in Svezia od in USA soprattutto i futuri medici. Infatti il 16,7% degli studenti universitari islandesi ha continuato nel 2006 a studiare all’estero. Al termine del percorso secondario islandese si deve sostenere il cd. Studentspróf, un esame organizzato nelle scuole secondarie superiori generali dopo 4 anni di studi, obbligatorio per il conseguimento del certificato Stúdents-Prófsskírteini. L’esame verte su tutte le materie insegnate, inclusi islandese, matematica, scienze e lingue straniere, mentre le prove sono distribuite nei 4 anni di studio ma la parte principale dell’esame si svolge al termine dell’ultimo anno. L’esame è di responsabilità dei singoli istituti di istruzione secondaria superiore. Come si vede si tratta di un sistema che, malgrado sia stato minato di recente dagli ultimi eventi di carattere economico che hanno messo in allarme i cittadini sussistendo la minaccia che il sistema bancario isolano potesse di colpo dissolversi, costituisce comunque un laboratorio di piccole dimensioni ma di grande respiro nell’ambito dei migliori sistemi educativi del mondo.
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