A settembre molto probabilmente si tornerà a scuola in presenza. Ma già dalla fine della DAD sono molti i docenti che vogliono tornare a scuola in presenza, senza tener conto delle eventuali complicazioni per il possibile aumento del contagio da Covid 19.
Questa grande voglia di tornare a scuola in presenza spesso viene giustificata da un “ritornare a guardarsi negli occhi “. Ma è proprio così? E’ sicuro che dietro questa tendenza a tornare a scuola in presenza non ci sia una incapacità di usare la didattica digitale in modo efficace?
I tentativi per non interrompere la didattica in questi mesi di distanziamento sociale sono stati tanti. Il punto nel usare bene la didattica digitale, è non ridurre tutto alla sola trasmissione di nozioni, visto che la scuola è anche uno stare insieme, una connessione. Manzi con i suoi alunni smarriti davanti a parole nuove era sincero: “Sarà difficile. Guardate anche a me sembra sempre difficile. Ogni volta che comincio a fare un lavoro nuovo (la DAD è un lavoro nuovo ) ho veramente paura di non riuscire, però l’esperienza mi insegna che superate le prime difficoltà noi veramente possiamo andare tranquilli”.
A tal riguardo ricordiamo un titolo de Il Messaggero datato 11 marzo 2020 che scriveva ”La didattica online è un flop, prof impreparati e niente pc. Per ora sono decisamente poche le classi virtuali attivate. La maggior parte dei docenti sta inviando materiale didattico tramite il registro elettronico e le famiglie, se sanno farlo, scaricano le schede e le consegnano ai ragazzi. Nei prossimi giorni si vedrà se davvero si può parlare di lezioni online“.
A questo punto la domanda nasce spontanea: i prof che cercano di coalizzarsi per il ritorno immediato in aula (senza preoccuparsi del possibile contagio da Coronavirus) lo fanno perché non sanno usare in modo adeguato il computer?
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