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I docenti della scuola dell’infanzia e di religione non possono fare i vicari dei presidi

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Gli insegnanti della scuola dell’infanzia e di religione fanno parte dell’organico dell’autonomia e possono fare i collaboratori, ma non i vicari dei presidi.

Lo ha fatto intendere il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, nel corso di un question time alla Camera dei deputati, rispondendo ad una interrogazione parlamentare sulla questione dell’individuazione dei docenti di religione come vicari del dirigente scolastico.

Il confronto è servito anche a ricordare che il comma 83 della legge 107/15 assegna, nel quadro dell’organico dell’autonomia “di cui fanno parte anche gli insegnanti di religione”, una quota del 10% da destinare all’individuazione dei propri collaboratori.

Cosa diversa, sono i vicari, che vengono assegnati sulla base del contingente di potenziamento.

In questo caso, “non è possibile che si possa presentare l’opportunità per i docenti dell’infanzia o per gli insegnanti di religione”, ha ribadito Giannini.

Le sottolineature di Giannini sono state commentate dal sindacato Snadir, che tutela proprio i docenti di religione cattolica.  “Dalle parole del Ministro – scrive lo Snadir – si deduce che i docenti di religione:

a)         fanno parte dell’organico dell’autonomia, contrariamente a quanto affermato in precedenza dai funzionari del Miur nel corso della informativa sugli organici del personale docente del 27 aprile scorso;

b)         possono essere individuati come semplici collaboratori del dirigente scolastico all’interno della quota del 10% dell’organico dell’autonomia (quindi senza sostituzione);

c)         non possono svolgere la funzione vicaria in quanto non ci sono docenti di potenziamento di religione, al pari dei docenti dell’infanzia”.

Per il sindacato, quindi, “una nota di merito va all’affermazione che l’insegnante di religione, così come lo Snadir ha richiesto in più sedi, fa parte dell’organico dell’autonomia. Noi siamo convinti che il percorso legislativo (precisiamo che il CCNL citato dal Ministro non è una tappa legislativa, bensì negoziale) sia stato fortemente penalizzante nei confronti degli insegnanti di religione, in quanto ha ridimensionato il loro ruolo nella scuola estromettendoli dal sistema organizzativo, per relegarli a figure di contorno”.

Lo Snadir, invece, non condivide “le ipotesi prospettate in questi ultimi mesi dal Miur per venire incontro alle richieste di alcuni dirigenti scolastici interessati ad avere come vicario l’insegnante di religione, perché tali ipotesi aprirebbero un vulnus negli accordi concordatari in materia di insegnamento della religione cattolica”.

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