
Cresce l’attenzione per l’operato della Commissione ministeriale al lavoro per realizzare un Codice etico per docenti: l’iniziativa ministeriale, nata a seguito dei casi di Christian Raimo e della maestra su Onlyfans, prevede norme specifiche per docenti e personale scolastico anche sui comportamenti sui social. Ma non solo: si vogliono evitare, in assoluto, modalità incompatibili, anche al di fuori della scuola, con chi dovrebbe rappresentare al meglio l’istituzione con comportamenti ineccepibili. Nel “mirino” della maggioranza parlamentare vi sarebbero anche i docenti ‘attivisti’ e le teorie gender proposte agli scolari.
Secondo l’Ansa, è “la Lega, soprattutto, a mostrarsi molto attiva su questi temi, sollevando ora il caso di una docente giudicata troppo vicina ai centri sociali, ora quello di un fumetto Lgbt finito nella mani di una scolaretta di 11 anni”.
“La prima vicenda – continua l’agenzia di stampa – riguarda Treviso, dove il deputato pugliese della Lega Rossano Sasso, si è accorto dell’attivismo politico troppo spinto – a suo avviso – di una insegnante assunta come supplente in una scuola media” della provincia di Treviso, leader di un centro sociale”.
“La donna ha spesso guidato manifestazioni e per i diritti civili, o a favore del popolo palestinese. Sasso – non nuovo a queste iniziative – l’ha così ‘segnalato’ all’ufficio scolastico regionale del Veneto: per il leghista “è un caso unico, secondo solo a quello della Salis in quanto a docenti fanatici e ideologizzati”.
Le ‘colpe’ della prof trevigiana, sostiene Sasso anche in un post social, sarebbero quelle di aver riportato “delle condanne penali e svariate denunce, dalle occupazioni abusive agli scontri con le forze dell’ordine, passando per le diffamazioni e le ingiurie contro esponenti politici”.
“Chi è condannato, anche se solo in primo grado, e senza interdizione dai pubblici uffici, può continuare ad insegnare a dei bambini?”, chiede Sasso alla direzione regionale, aggiungendo la proposta di “una valutazione psico-attitudinale per chi si affaccia al mestiere“.
Contro la prof attivista si scaglia anche Fratelli d’Italia. “Siamo davanti ad un paradosso – scrive la coordinatrice cittadina, Marina Bonotto – Come può ricoprire un ruolo pubblico di educazione chi ha fatto dell’ostilità verso l’autorità una bandiera? La sinistra trevigiana, sempre pronta a difendere l’indifendibile, ci vuole convincere che sia normale affidare l’educazione dei nostri figli a chi ha una lunga storia di estremismo, occupazioni abusive e insulti alle istituzioni”.
La docente interessata, sentita dalla ‘Tribuna di Treviso’, ha però smentito di essere stata denunciata – “sono stata solo fermata dalle forze dell’ordine per una manifestazione pro-Palestina a Vicenza“, ha spiegato.
“Commenti come quello di Sasso, che sostiene non abbia i requisiti per stare in cattedra – ha aggiunto – arrivano da qualcuno che non vuole dare spazio al pensiero critico e alle idee diverse dalle sue. Quando scendo in piazza – ha proseguito – non sento di dare il cattivo esempio a nessuno. Se difendere i più deboli è qualcosa di negativo, bisogna interrogarsi allora su cosa intendiamo con esempi positivi”.
Ma Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura alla Camera, c’entra anche nel secondo caso, quello di un fumetto Lgbt che sarebbe finito in mano ad una bambina di 11 anni durante una visita scolastica alla biblioteca comunale di Bologna. A Sasso si è aggiunto il deputato emiliano e collega di partito Davide Bergamini; ora i due si dicono pronti a presentare sul caso una interrogazione parlamentare.
“Lasciamo che i bimbi giochino serenamente e leggano libri adatti alla loro età, mettendo da parte ogni tentativo subdolo di condizionare i più piccoli inquinandoli con argomenti da adulti”, ha detto Bergamini, che aggiunge: “le giustificazioni frettolose delle docenti non bastano, perché è inammissibile che ad un bambino vengano consegnate pubblicazioni di questo tipo, ultra ideologizzate e per nulla adeguate alla loro età. Giusto far luce. Se questa è la cultura che certa sinistra vorrebbe propinare a scuola e nei nostri ragazzi, noi continueremo a dare battaglia per tenere la propaganda gender fuori dalla portata dei più piccoli”.
Intanto, la questione del codice comportamentale diventa tema di discussione anche tra i sindacati: ““Qualsiasi aggiornamento del codice di comportamento dei docenti – mette ad esempio le mani avanti Marcello Pacifico, presidente Anief – non dovrà violare la sfera della vita privata o le scelte personali riguardanti altre occupazioni, laddove autorizzate. I problemi della dignità e del rispetto dell’insegnante sono ben altri”.