Per la Diocesi di Milano “Non è previsto che l’IdRC proponga contenuti dell’EC a coloro che non si avvalgono dell’IRC, salvo che ciò avvenga nel contesto di altre attività”. Però “referente di istituto dell’EC può essere un IdRC, se individuato collegialmente e adeguatamente formato”, e “coordinatore dell’EC si ritiene possa essere un IdRC se la classe è composta da soli avvalentisi. La valutazione è collegiale e l’IdRC vi partecipa solo per gli avvalentisi, come accade per il comportamento o la certificazione delle competenze”.
All’opposto, Nicola Rosetti, relatore presso la diocesi di San Benedetto del Tronto, asserisce “la centralità dell’insegnamento, stavolta a tutti gli alunni, anche nell’ora denominata di IRC, quando questa è calendarizzata come di EC”. Non si tratterebbe “tanto di novità in quanto, anche se gli obiettivi di IRC non sono esplicitati nelle linee guida di EC, le tematiche legate al rispetto del creato vengono da sempre affrontate”.
Così Pippo Di Vita, ex docente ed esperto di IRC, sostiene che tali docenti “nell’ora che sarà deliberata come da dedicare all’insegnamento dell’EC dovranno dirigere a tutti gli alunni, anche a quelli che non si avvalgono dell’IRC, il loro insegnamento della nuova disciplina. Ciò perché, evidentemente, il docente abbandona la sua scansione programmatica per calarsi, in maniera interdisciplinare e trasversale, in quella che formerà l’uomo e il cittadino.
D’altronde è da conforto, anche, la registrazione della materia sul registro elettronico”. A suo avviso l’EC “non può non tenere conto dell’educazione ai valori religiosi”, e parrebbe mirare “a stimolare negli studenti un umanesimo più integrale”, non diversamente dall’IRC, il cui “nucleo fondante” starebbe nello scoprire “la portata religiosa” della cultura.
Intermedia la posizione del sacerdote ed ex insegnante Nicola Incampo, già referente Cei per l’IRC, che risponde a un IdRC: “Se il DS ti fa un ordine di servizio invitandoti a tenere tutta la classe, certamente lo farai, ma non li potrai valutare [i non avvalentisi]”.
Mentre un altro docente di IdRC gli esprime “la preoccupazione che il principio di trasversalità della legge istitutiva dell’EC costringa a ridurre, se non annullare in certi casi, le specificità delle singole discipline, e quindi la loro legittima autonomia, esigendo un’alterazione sostanziale dei loro nuclei fondanti in nome di un concordismo che appiattisce l’IRC”.
Allo stesso modo, sostenere che sia sufficiente “calendarizzare”, “registrare sul registro elettronico” e “denominare” opportunamente alcuni contenuti di IRC per trasformarli in EC significa appiattire, snaturare e annullare la specificità del nuovo insegnamento.
È normale che le diocesi tramite i propri insegnanti predichino il “rispetto del creato”, l’“umanesimo più integrale”, i “principi religiosi”, la “portata religiosa”, i “valori religiosi” del cattolicesimo, ma gli studenti devono rimanere liberi di non crederci.
Andrea Atzeni