Perché si fanno concorsi nuovi per assumere docenti di ruolo e non si stabilizzano i candidati idonei delle procedure già svolte negli ultimi anni? A chiederlo sono stati i componenti del movimento ‘Idonei 2020 per il ruolo, gli invisibili’: sabato 16 marzo i due portavoce nazionali – Gian Michele Mostardini e Alessandra Torrioni – sono stati ricevuti alla Camera dei Deputati dalla vicepresidente della Commissione cultura Valentina Grippo e da Maria Stella Gelmini, vice presidente vicario del Gruppo parlamentare di “Azione” ed ex ministro dell’Istruzione nell’ultimo Governo Berlusconi.
Mostardini e Torrioni hanno voluto rappresentare le preoccupazioni delle migliaia di persone che hanno definito “parcheggiate” nelle graduatorie di merito del personale docente: il problema, hanno detto ai parlamentari, è che in questi giorni è partito uno dei tre concorsi Pnrr per diventare insegnanti di ruolo; i vincitori, secondo l’attuale disposizione normativa, avranno la precedenza assoluta nelle assunzioni rispetto a chi già ha sostenuto il medesimo concorso (sempre con i parametri europei) ma due anni prima ed è attualmente in graduatoria, avendo maturato il diritto giuridico all’assunzione.
Il movimento chiede una soluzione rapida, che sancisca la difesa del diritto degli idonei 2020 all’assunzione fin dalla prima occasione utile, chiarisca l’impiego di queste graduatorie e stabilisca una volta per tutte il pari scorrimento rispetto a quelle che emergeranno dai nuovi concorsi.
Per completezza, vale la pena ricordare che sono oltre 70.000 gli insegnanti che secondo le previsioni del ministero dell’Istruzione e del Merito dovrebbero essere immessi in ruolo nell’arco di un biennio. Sono tre le procedure selettive che serviranno a questo scopo: la prima è quella in corso e che a breve prevederà lo svolgimento dell’orale; la seconda verrà avviata nel prossimo autunno; la terza sessione concorsuale, invece, è prevista entro le fine del prossimo anno solare.
A rigor di logica, comunque, le cattedre vacanti per assorbirli in ruolo dovrebbero esserci. Nel frattempo, infatti, continua ad essere altissimo il numero di supplenti: quest’anno hanno ancora una volta superato quota 200.000 i contratti annuali con scadenza almeno 30 giugno 2024 e di questi un po’ meno della metà sono in organico di diritto, quindi utili anche per eventuali immissioni in ruolo.
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