Un incontro con ogni senatore in Commissione Cultura di Palazzo Madama, la possibilità di potere inseriti in audizione e il sostegno nell’eliminare un rinvio incostituzionale delle assunzioni. È quanto chiedono in una lettera i docenti che hanno superato l’ultimo concorso a cattedre, riunitosi sotto la sigla GM 2012 in rispetto del T.U., e non ancora assunti come alcune migliaia di altri colleghi nelle loro stesse condizioni.
I docenti inseriti in Graduatoria di Merito ricordano che, nonostante l’approvazione di un emendamento-tampone che rinvia la loro assunzione a partire dal 2016, permangono le ragioni di incostituzionalità per quello che concerne il trattamento di quanti hanno superato l’unico concorso a cattedre bandito negli ultimi 15 anni.
“I costituzionalisti e gli esperti di diritto scolastico che abbiamo interpellato – spiegano gli insegnanti in graduatoria di merito – sono concordi nell’individuare tre profili di incostituzionalità nella possibile dilazione delle nostre assunzioni: violazione del principio del concorso pubblico, violazione della coerenza delle norme, violazione del principio dell’affidamento. E ciò si somma a un provvedimento che pone al centro il merito, e poi penalizza – rimandandone l’immissione in ruolo all’anno 2016 e successivi – proprio l’unica graduatoria concorsuale di merito esistente!”
“In particolare – spiega Romina Pepe, portavoce dei docenti GM 2012 in rispetto del T.U. – il costituzionalista Michele Ainis, che ci segue e ha redatto un parere pro veritate sulla nostra fattispecie, ci ha incoraggiati proprio ieri nel ‘non accontentarci di niente di meno di quello che la legge e la Costituzione prevedono per noi’”.
“A queste ragioni – continua la portavoce dei docenti che hanno superato il concorso, si aggiunge un’ulteriore sentenza della Corte Costituzionale, la 41/2011, che si esprime contro la sospensione “a singhiozzo” del Testo Unico: circa 5mila di noi sono stati assunti nel 2014. Nessuno di noi invece verrebbe assunto nel 2015, quando si approvano oltre 100mila assunzioni. E noi, che siamo rimasti in circa 6mila, riprenderemmo a essere assunti a partire dal 2016”.
“Vorremmo allertare i senatori che compongono la Commissione Cultura sui rischi connessi a una norma con tanti profili di illegittimità, conclude Romina Pepe. L’approvazione di un articolo incostituzionale e irrazionale non fa comodo a nessuno. Per questo chiediamo di incontrarli e di essere ascoltati”.