I docenti più bravi dovrebbero insegnare nelle scuole difficili e di periferia, magari negli istituti professionali: è troppo “facile” fare lezione agli studenti più bravi appartenenti a famiglie-bene. È molto più dura confrontarsi con allievi difficili e disinteressati allo studio, ad un passo dall’abbandono, appartenenti a contesti familiari a loro volta poco propensi ad investire nella formazione. A pensarla così sono diversi addetti ai lavori. E la storia dell’insegnante don Lorenzo Milani è esemplare per ricordarlo.
La realtà, però, spesso è ben diversa: nelle città italiane maggiori, almeno, gli insegnanti più esperti e navigati sono in alto numero concentrati nelle scuole e nei licei del centro, dove le sedi scolastiche sono più facilmente raggiungibili e i rapporti con le famiglie risultano meno problematici.
Il problema, però, non esiste solo in Italia. In Francia, ad esempio, un bravo insegnante che si sposta in una scuola di periferia fa notizia. Tanto da crearci la sceneggiatura di un film: la commedia, di Olivier Ayache-Vidal, è intitolata “Il professore cambia scuola” e andrà in onda martedì 30 maggio alle 21.15 su Rai 5.
Il protagonista della commedia è François Foucault, che insegna nel più prestigioso liceo della Parigi bene. Un giorno una rappresentante del ministero dell’educazione si reca in visita alla scuola e, nel tentativo di fare bella figura davanti alla funzionaria, François inizia a fare dichiarazioni in cui afferma la necessità di inviare nei licei di periferia solo i professori migliori e con esperienza.
Preso alla lettera dalla dirigente ministeriale, l’insegnante viene trasferito in uno dei licei più disagiati della banlieue parigina: il collegio Barbara a Stains.