Si tratta di una questione morale, etica e civile: è quella della rivalutazione del ruolo sociale degli insegnanti che deve, con ogni mezzo, ritornare in auge e non essere ulteriormente affossata dalla società contemporanea.
I docenti non sono i “pupari” del pianeta dell’istruzione, ma sono i professionisti del mondo della scuola, ossia coloro che hanno una grandissima responsabilità, cioè quella della formazione delle nuove generazioni.
È un compito importantissimo e delicato che dovrebbe essere sostenuto e valorizzato dallo Stato.
Gli insegnanti non devono essere soggetti ai voleri dei genitori e degli alunni che pretendono chissà cosa: gli alunni hanno il diritto all’istruzione sancito dalla Costituzione italiana e, quindi devono considerare come il loro lavoro: i genitori devono sostenere i figli durante gli anni degli studi e per nulla devono criticare, mettere in discussione, dileggiare, maltrattare l’operato dei docenti e la loro libertà di insegnamento. Ripetiamo: i docenti hanno superato una selezione pubblica (di qualsiasi natura essa sia) e si occupato come dipendenti dello Stato della formazione e coeducazione degli alunni durante il percorso di studi.
Ribadiamo ancora il concetto in termini di educazioni: i docenti sono coeducatori, in quanto affiancano la famiglia nel percorso educativo, ma le fondamenta dell’educazione resta prerogativa solo della famiglia, cioè padri e madri che insieme danno le “dritte” sulle norme del vivere civile e del rispetto degli altri.
Mario Bocola
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