I docenti “non dovrebbero essere tamponati gratuitamente ma licenziati immediatamente”: sono parole grosse quelle espresse su Twitter dal virologo Roberto Burioni.
“Gli insegnanti che senza motivo rifiutano il vaccino” anti Covid-19, ha scritto ancora il virologo, “mettendo a rischio i loro studenti (che dovrebbero proteggere e formare con il buon esempio) non dovrebbero essere tamponati gratuitamente ma licenziati immediatamente”.
Burioni si scaglia contro pure quei rappresentanti dei lavoratori in soccorso di chi ha deciso di non vaccinarsi: Vergogna per i sindacati che li difendono. Rimango stupito – ha continuato Burioni – dal fatto che dei sindacati, con giri ridicoli e fumosi di parole, non mettano al primo posto la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, sicurezza che in questo momento può essere ottenuta solo con la vaccinazione”.
A stretto giro di posta, a rispondere a Burioni è stato il sindacato Anief, promotore di una doppia petizione per opporsi al vaccino obbligatorio e pure di una serie di ricorsi sullo stesso tema.
Il presidente, Marcello Pacifico, ha spiegato che sulle vaccinazioni contro il Covid “non c’è l’obbligo a scuola e persino chi è vaccinato può contagiarsi o contagiare: un uomo di scienza dovrebbe accusare i politici di vergognarsi per non aver sdoppiato le classi in due anni e non quegli insegnanti che hanno garantito la didattica a distanza dei figli degli italiani perché gli spazi per la sicurezza c’erano e oggi invece non ci sono”.
Per il sindacalista, Burioni avrebbe fatto meglio a “tacere, piuttosto che aizzare l’opzione pubblica” con “commenti inqualificabili, anche contro i sindacati che conoscono le norme comunitarie, regolamenti Ue, raccomandazioni del consiglio di Europa sulla illegittimità dell’obbligo del Green Pass: quando vuole ne parliamo in una delle trasmissioni e dove preferisce”, ha concluso Pacifico invitando il virologo al confronto.
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