Politica scolastica

I docenti vanno scelti dai presidi, la proposta Anp non piace ai diretti interessati: delirio d’onnipotenza

Se l’Anp voleva ritrovarsi buona parte del corpo insegnante contro, c’è riuscita in pieno. A destare una marea di critiche, da parte dei docenti contro il primo sindacato dei presidi, sono state le parole del suo presidente nazionale, Antonello Giannelli, che si è detto favorevole alla cancellazione delle graduatorie dei precari, lasciando al dirigente scolastico la possibilità di scegliere gli insegnanti supplenti sulla base delle competenze.

Bussetti si sfila, il sindacato dei presidi insiste

Il giorno dopo, da quelle parole è sembrato voler prendere le distanze il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, nel corso dell’audizione alla Camera svolta la mattina del 14 novembre, il quale ha invece elogiato la scelta del Governo gialloverde di congelare la chiamata diretta, introdotta dalla Buona Scuola, in attesa di cancellarla per via legislativa.

Pronta la contro-replica di Giannelli: “Se vogliamo davvero parlare di reclutamento snello, per usare le parole del ministro, i dirigenti scolastici devono poter scegliere i docenti, in particolare i supplenti, sulla base delle competenze e non delle graduatorie. La responsabilità è, e deve essere, del dirigente”.

La replica dei docenti: si sentono semidei

Sui social, in particolare Facebook, le reazioni del corpo insegnante sono vibranti. C’è chi parla di “deliri della dirigenza impazzita dal potere”.

E chi invece di “clientelismo a mille”, perchè  i presidi “già adesso fanno il bello e cattivo tempo figuriamoci cosa combineranno dopo”.

Altri ancora sono già preoccupati per il futuro: “e dopo i supplenti vorranno scegliere anche dei docenti di ruolo del tipo ‘yes man’”.

“Siamo al delirio”

C’è anche chi ricorda che il dirigente non è l’amministratore delegato o il proprietario dell’azienda: “se i dirigenti vogliono fare gli imprenditori, mettessero il loro capitale per aprire una impresa privata”. In pochi entrano nel merito della proposta. L’opinione prevalente è che ormai i nostri presidi “si sentono semidei”, oppure “siamo al delirio” o questa è “follia conclamata”.

C’è chi la butta sull’ironia: “così nipoti cugini e parenti potranno lavorare”. E ancora: ecco un altro “illuminato parere della legione di neo-burocrati”.

Qualcuno, infine, sembra voler chiedere lumi: “Ma non avevano eliminato la chiamata diretta?”.

Torna l’antica proposta: il preside lo scelgano i docenti

Diversi, invece, tornano su una antica proposta sindacale: far eleggere il dirigente scolastico direttamente dal collegio dei docenti. “Siamo noi docenti che dovremmo sceglierci i presidi e votare ogni tre anni se tenerceli o cambiarli”, commenta un nostro lettore.

Una modalità, quest’ultima, da considerarsi per vari motivi quasi impraticabile, ma che avrebbe il vantaggio di limare le distanze tra corpo insegnante e dirigente scolastico, costretto in qualche modo a mantenere sempre un filo diretto con i suoi docenti.

D’Errico (Unicobas): le conoscenze fanno paura

Stefano d’Errico, leader Unicobas, è particolarmente duro: secondo il sindacalista di base, i vertici Anp “vogliono la dittatura dei dirigenti. Saranno d’accordo anche Pittoni (Lega) e 5 Stelle?”

“Intanto – prosegue – il PD esulta, perché la proposta Anp avrebbe visto concorde Simona Malpezzi (PD), senatrice della commissione istruzione del Senato, secondo la quale ‘la scuola del futuro è la scuola delle competenze’, e ha lanciato un appello perché la riforma di Renzi non venga rottamata. Già, le ‘competenze’ dell’analfabetismo diretto e di ritorno, perché le conoscenze fanno paura”, conclude d’Errico.

Alessandro Giuliani

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