Considerato che i protocolli per gestire a scuola le norme anti-covid, imposti dal governo francese, sono confusionari, autoritari e dunque ingestibili, ai docenti, appoggiati da sindacati, presidi e associazioni dei genitori non è rimasto altro che scendere in piazza e scioperare.
Senonchè, contrariamente alle percentuali a cui siamo abituati in Italia, in Francia ha aderito il 75 per cento degli insegnanti della scuola primaria, mentre l’adesione è del 62 per cento alle medie e ai licei. Stando invece ai dati del governo, l’adesione all’odierno sciopero si ferma al 38,5% del corpo docente. Tuttavia si tratterebbe comunque di uno sciopero della scuola definito “senza precedenti”, ma anche uno sciopero “storico”.
In comune con l’Italia, la Francia ha però la determinazione di tenere aperte le scuole a qualunque costo e su questa linea, come sta succedendo in Sicilia, si aprono falle di confusione su cui appare difficile mettere le pezze.
E anche in Francia, con la variante Omicron, si stanno verificando picchi di contagio che hanno fatto scattare l’allarme generalizzato anche nelle scuole dove, alla riapertura dopo le vacanze di Natale, si sono contatati così tanti casi di covid da dovere chiudere moltissime classi.
Nella sola area metropolitana di Parigi, la scorsa settimana, è stato confermato che circa il 5% dei bambini delle scuole primarie e medie è stato contagiato. Tra i ragazzi di età compresa tra i 15 ei 17 anni, la cifra era superiore al 6%.
Ma come è gestita la “confusione” in Francia? In pratica il governo è stato costretto, su dettatura degli aumenti di casi di covid, a cambiare le regole tre volte in una settimana, modificando scadenze e obblighi, fatto che ha fatto andare in tilt l’organizzazione scolastica. Per questo il sindacato chiede un ritorno alle regole precedenti, che prevedevano la chiusura delle classi per una settimana nel caso in cui un bambino risultasse positivo, mentre gli insegnanti chiedono anche mascherine di qualità più alta, più test nelle scuole e di dotare le classi di dispositivi che avvertano quando sia necessaria la ventilazione. Ma i sindacati denunciano pure “condizioni di lavoro che peggiorano”.
E dunque la rabbia del corpo docente che ha il compito di eseguire le norme imposte dal ministro dell’Educazione che a questo punto è stato accusato di “disprezzo” e “autoritarismo” nei confronti del personale, in particolare per aver annunciato il giorno prima della riapertura delle vacanze il nuovo protocollo da applicare tramite i giornali.
E come se non bastasse, il ministro ha detto pure che “non si sciopera contro un virus”, frase che ha fatto infuriare ancora di più i prof francesi che oltre ad apprendere cosa devono fare dalla stampa, e non dunque attraverso comunicati ufficiali, sono costretti a mettere in opera norme tanto poco chiare.