In base ai dati del Miur, e rielaborati dal Sole 24 Ore, gli italiani sono un popolo di dottori in Economia e di ingegneri e a seguire medici, avvocati e dottori in materie letterarie.
Restano, invece, una minoranza i titoli di studio conseguiti nel 2016 in ambito scientifico, agrario e chimico-farmaceutico, nonostante siano tra quelli più ricercati dalle imprese italiane.
Aumentano del 15% su base annua gli agronomi, ma i percorsi di laurea che hanno “prodotto” in assoluto più dottori sono «Scienze dell’economia e gestione aziendale» e «Giurisprudenza seguiti dal corso in «Professioni sanitarie» (infermieristiche e ostetriche), «Ingegneria industriale» e «Scienze dell’educazione e formazione».
In ogni caso, sottolinea Il Sole 24 Ore, i dati del Miur confermano il gap tra i desiderata delle imprese e quelli degli studenti italiani. “Ad esempio, gli universitari sembrano snobbare le lauree per formatori (-4% nell’area insegnamento), nonostante questi profili risultino difficili da reperire nel 66% dei casi per le imprese che assumono personale laureato”.
Pochissimi sono i laureati in ambito «Difesa e sicurezza» e in calo anche il numero di architetti anche se l’Italia è il Paese europeo con il più alto numero di architetti in attività: 2,5 ogni mille abitanti, contro una media europea di 0,96.
Le studentesse superano il numero di dottori ad esempio in «Giurisprudenza», «Lingue» e anche in «Medicina». I maschi hanno la meglio solamente in «Scienze economiche», «Ingegneria industriale» e «Ingegneria dell’informazione».
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“Il 3,8% dei titoli di studio è stato ottenuto da studenti stranieri: in graduatoria, i diplomati provenienti da oltreconfine arrivano per il 12,3% dall’Albania, per il 10% dalla Cina e per l’8,5% dalla Romania. Seguono gli iraniani, i camerunensi, i moldavi e così via. Ma se il dato viene messo in relazione con il numero di iscritti stranieri provenienti dagli stessi Paesi, si scopre che sono gli studenti dell’Uzbekistan e quelli dai Paesi Bassi a realizzare le migliori performance, in termini di incidenza percentuale di laureati sul totale (il rapporto laureati/iscritti è rispettivamente del 62% e 35%).
La Bocconi di Milano l’ateneo dei record, dove il maggior numero di studenti iscritti taglia il traguardo (34,9% il rapporto laureati/iscritti), nel minor tempo possibile (3,6 la media degli anni per conseguire un titolo) e con l’età media più bassa (23,5 anni). I più lenti a laurearsi, invece, sono gli studenti della Napoli Parthenope e dell’università di Reggio Calabria (che ci impiegano rispettivamente 8,6 e 7 anni). I graduati più vecchi, infine, sono quelli della privata Link Campus di Roma (età media 34,2 anni) e dell’università per stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria (29 anni).
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